11 Ottobre 2018

Livorno, tutti i motivi della crisi

LIVORNO – Appena due punti in sei gare, nessuna vittoria, tre sconfitte su tre al Picchi: è un avvio da incubo quello degli amaranto, travolti nell’ultimo turno nella sentitissima sfida con lo Spezia. I numeri certificano una crisi profonda e la classifica, seppur il campionato sia appena alle sue fasi iniziali, inizia a preoccupare. E […]

Livorno

Immagine della tifoseria del Livorno Calcio

LIVORNO – Appena due punti in sei gare, nessuna vittoria, tre sconfitte su tre al Picchi: è un avvio da incubo quello degli amaranto, travolti nell’ultimo turno nella sentitissima sfida con lo Spezia. I numeri certificano una crisi profonda e la classifica, seppur il campionato sia appena alle sue fasi iniziali, inizia a preoccupare. E iniziano a preoccupare alcune lacune emerse in questo avvio shock: la tremenda fragilità mentale di fronte al proprio pubblico, la mancanza di solidità difensiva, la poca concretezza in avanti. Sì, perché ad oggi sono solamente quattro le reti a messe a segno dal Livorno, di cui appena due realizzate dagli attaccanti, anzi, da un unico attaccante: quel Niccolò Giannetti che, dopo un inizio difficile con il rigore sbagliato a Pescara, sembra rappresentare l’unica certezza offensiva a disposizione di Lucarelli. Di Murilo, di Kozak e di Raicevic ancora nessuna traccia sul tabellino dei marcatori. Le scommesse del mercato estivo, insomma, al momento non stanno pagando.

Ma ridurre i motivi della crisi amaranto alla sola sterilità offensiva appare eccessivo: c’è un’intera squadra che sembra soffrire di una mancanza di personalità, come emerge dall’impietoso score nelle gare interne: zero punti, un solo gol fatto e ben sette subiti. Un quadro allarmante. Anche perché si sa, la salvezza di una squadra, solitamente, passa dal suo rendimento interno: fino ad oggi, invece, l’Armando Picchi è stato terra di conquista. E poi, il Livorno di oggi, sembra una squadra ancora priva della sua identità: formazioni sempre diverse, moduli continuamente cambiati, stravolgimenti continui da una partita all’altra. Intuire quale sia lo schieramento-base risulta pressoché impossibile. Ma forse proprio questo è il problema principale: uno schieramento-base ancora non esiste. Lo stesso tecnico Cristiano Lucarelli, dopo un precampionato e un inizio di stagione improntato fortemente sul 3-5-2, ha forse perso quelle che erano le sue convinzioni iniziali, trovandosi costretto a trovare un nuovo vestito che calzi a pennello per la sua squadra. E la sosta capita probabilmente al momento giusto: due settimane per lavorare, per sperimentare soluzioni tattiche e uomini. E per lasciarsi alle spalle le scorie di un avvio da incubo.