Pordenone, Lovisa: “A breve l’ingresso di nuovi soci. Pensiamo in grande”
LOVISA PORDENONE – Mauro Lovisa, presidente del Pordenone, ha vinto la sua battaglia contro il COVID. Per lui, dunque, la ripartenza avrà un sapore diverso. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta dello Sport: “Paura? No, solo un po’ di normale timore. Tutto è sempre stato sotto controllo, a parte i dolori. Credo di essere stato […]
LOVISA PORDENONE – Mauro Lovisa, presidente del Pordenone, ha vinto la sua battaglia contro il COVID. Per lui, dunque, la ripartenza avrà un sapore diverso. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta dello Sport: “Paura? No, solo un po’ di normale timore. Tutto è sempre stato sotto controllo, a parte i dolori. Credo di essere stato fortunato, abbiamo gestito il tutto stando a casa, è andata bene. Nessuno tra la mia famiglia e la squadra per fortuna, è stato colpito. Io ho avuto qualche contatto di lavoro in Lombardia, sono stato dalle parti di Brescia e forse l’ho preso lì.
Il calcio durante la malattia? Solo per una settimana, quella centrale della malattia, non ho voluto sentire nessuno perché pensavo solo a guarire e stare bene. A breve presenteremo una bella squadra a livello societario, con l’ingresso di qualche socio nuovo, gente seria che ha sposato la nostra filosofia. Piuttosto, spero di non perdere mio figlio (Matteo, 24 anni, responsabile tecnico del club, ndr) che ha richieste dalla Serie A. E poi stiamo lavorando su una nuova struttura, una cittadella dello sport con all’interno lo stadio, un centro che dovrà diventare un punto di riferimento tutta la settimana. Dopo l’estate metteremo giù le basi per partire.
Taglio stipendi? I giocatori non vedevano l’ora di tornare in campo, anche Tesser era un leone in gabbia come me. Abbiamo trovato in fretta l’accordo per rinunciare a una mensilità (aprile, ndr) e adesso tutti lavorano felici. Tornare in campo è giusto, bisogna ricominciare in fretta. C’è bisogno anche di calcio, questa esperienza va messa alle spalle ma ci deve insegnare. Siamo tornati alle cose che ci dicevano da piccoli e che poi forse abbiamo dimenticato: la pulizia, la distanza, l’igiene, l’ordine. Non ne facevamo caso, al ristorante spesso siamo tutti attaccati e non è giusto. Forse adesso abbiamo imparato che serve più attenzione, ma sarebbe dovuto essere sempre così.
Siamo 5 società neopromosse e in estate abbiamo trovato una Lega spaccata: sin dall’inizio abbiamo lavorato per ritrovare compattezza e serenità e devo dire che adesso siamo una Lega molto unita. L’esperienza dei presidenti più esperti e il nostro entusiasmo hanno funzionato, tanto che in queste settimane, a parte un paio che non volevano giocare, siamo stati tutti convinti che fosse giusto riprendere. La prima cosa è la ripresa dello sport. Poi certo, l’aspetto economico è importante. Ma abbiamo bisogno di calcio e di vedere le partite, la squadra che lotta. Si gioca per questo.
Cosa temo di più? La fatica iniziale. Dopo tre mesi di inattività sarà difficile trovare in fretta il ritmo partita che avevamo prima. Poi c’è la testa: quando la palla pesa fai più fatica. I nostri giocatori devono capire che devono divertirsi e finire alla grande. Pensiamo in grande e ragioniamo da piccoli. Abbiamo capito che ce la possiamo giocare con tutti. Con le prime tre abbiamo perso solo a Benevento. Se ci credono Spezia ed Empoli che sono dietro, perché non dobbiamo crederci noi? Adesso è pronto Tremolada, che era fermo da tanto. E poi abbiamo ritrovato Gasbarro, Chiaretti e altri. Con le 5 sostituzioni avremo la possibilità di cambiare le partite a nostro favore, avendo una rosa così ampia.
Parziale riapertura degli stadi? Se aprono teatri e cinema, non vedo perché non possano riaprire anche gli stadi, ovviamente in sicurezza. Una piccola parte ci vuole, perché così non è calcio, è un’altra cosa. Un’eccezione al fatto che il sottoscritto vada raramente in trasferta? Certo: magari non la prima a Trapani, ma le altre sì. Soprattutto se quel secondo posto si riavvicina…“.