Attaccare bene per difendere bene: ecco la Ternana formato Serie B
LUCARELLI TERNANA CALCIO – Data l’approssimazione che circumnaviga il calcio, i discorsi sulla Ternana prima di questa stagione non hanno cercato di comprenderne le possibilità e le eventual difficoltà, limitandosi a richiedere un copia e incolla di quanto fatto vedere nello scorso Girone C di Serie C, dove le Fere – molto ben allenate – […]
LUCARELLI TERNANA CALCIO – Data l’approssimazione che circumnaviga il calcio, i discorsi sulla Ternana prima di questa stagione non hanno cercato di comprenderne le possibilità e le eventual difficoltà, limitandosi a richiedere un copia e incolla di quanto fatto vedere nello scorso Girone C di Serie C, dove le Fere – molto ben allenate – si sono rivelate di un’altra categoria per qualità dei singoli e del collettivo. I traguardi raggiunti (novanta punti, ben novantacinque gol segnati e appena trentadue subiti), ovviamente, non sarebbero stati repiblicabili in una categoria diversa, ma l’aspettativa derivante dal recentissimo passato ha generato il malsano effetto di sentenziare senza concedere tempo per lavorare.
L’atterraggio dei rossoverdi sul nuovo mondo della Serie B ha portato con sé le incertezze derivanti da un contesto nuovo, sicuramente più complicato da assimilare rispetto alla terza serie. Le problematiche della Ternana nelle primissime giornate sono state di diverse matrici, sicuramente argomentabili. Andando per ordine, può sembrare banale ma è doveroso citare l’incremento di qualità negli elementi e nelle giocate da affrontare. L’innalzato livello del contraddittorio tecnico-tattico da affrontare è stato sicuramente uno dei grattacapi da inserire il più rapidamente possibile nei propri registri alla viglia di ogni partita. Avversari ben preparati e tecnicamente validi ti studiano in maniera più approfondita, attaccano con più qualità, difendono in maniera attenta e non perdonano l’eventuale errore.
Sotto un aspetto tattico, le maggiori dfficoltà hanno coinvolto principalmente la fase difensiva: i nove gol subiti in tre partite sono stati figli di disattenzioni soprattutto nei momenti di difesa posizionale e di scaglionamento, che hanno comportato rispettivamente incertezze (nei movimenti da seguire e negli impatti con il pallone spesso imprecisi) e malfatta gestione degli spazi, con gli avversari troppo spesso lasciati scoprire agevolmente il pallone per poter imbucare o condurre. Delle dinamiche di gioco dove la Ternana non era abituata né preparata a sbagliare, per consapevolezza e manifesta superiorità sia tecnica che tattica. È ipotizzabile che, inconsciamente, i calciatori non fossero pronti nell’accettazione di questi momenti della partita: beneficiando – per quanto procedura spiacevole, delle risposte negative del campo, oltre che delle indicazioni di un allenatore preparato e propenso all’analisi, le cose sono cambiate in termini di atteggiamento e reattività.
Nonostante le problematicità provate, la Ternana non ha comunque rinunciato ai propri principi di gioco, tratto distintivo di una squadra sempre riconoscibile. Gli stenti difensivi pocanzi esposti hanno probabilmente minato la qualità delle soluzioni offensive, perché nel calcio contemporaneo si attacca bene per difendere bene e viceversa, punto su cui lo stesso Lucarelli preme nella propria metodologia. L’esuberanza atletica e tecnica che nella passata stagione ha permesso di destrutturare qualsiasi pensiero difensivo degli avversari sta trovando, nell’annata in corso, più limiti per le ragioni esposte in apertura (necessità di adattamento e più elevata qualità/bravura degli avversari). Ciononostante, l’identità delle Fere non si è assolutamente dissolta e, alzando l’asticella dell’attenzione – con effetti positivi anche sulla componente episodica, che nel calcio è tanto casuale quanto allenabile, sta offrendo lampi di grande calcio e coralità.
Risposte incoraggianti arrivano anche dai dati (forniti da fbref.com), che aiutano a comprendere: fino a questo momento, ergo dopo nove giornate, la Ternana ha subito trentanove tiri verso le specchio della porta (un dato sfavorevole, che colloca il sodalizio umbro all’ottavo posto di questa statistica in cadetteria): di questi, ben ventidue sono arrivati nelle prime tre giornate, a testimonianza di come l’attenzione e le scelte difensive siano sicuramente migliorate (in aggiunta: nelle stesse tre partite citate, le Fere hanno incassato nove dei quattordici gol subiti). Un calcio propositivo, come dicevamo: la Ternana è al sesto posto nella speciale classifica dei tiri scagliati verso la porta (al quarto per tiri totali), mentre è la seconda squadra (dopo il Brescia) per gol segnati.
Il calcio piacevolmente elaborato della Ternana vede un ruolo cruciale occupato non da un uomo bensì da un principio: quello della ricerca della superiorità posizionale, che deriva da una corretta gestione e occupazione degli spazi. Disponendosi preventivamente in una maniera tale da incentivare le imbucate dei compagni (il possesso palla è poco utilizzato per consolidare e gestire, dato che è maggiormente ricercata la giocata al di là della linea di pressione), indirizzando dunque le scelte, la Ternana mette nelle condizioni i propri calciatori di maggior qualità di poter incidere maggiormente nello sviluppo della manovra. Nel rispetto, ovviamente, delle caratteristiche dei singoli: Falletti personifica libertà di movimento, qualità nelle scelte e nelle esecuzioni, Partipilo va mandato a duello per generare anche superiorità numerica oltre che posizionale, così come Furlan (importante sottolineatura: uno dei capolavori di Lucarelli, che ha letteralmente regalato una seconda vita calcistica al ragazzo) sa e può incidere con i suoi movimenti sempre figli di fini letture delle circostanze. Non finisce qui: Donnarumma sta aiutando e non poco con i suoi movimenti associativi che ne completano il rinomato fiuto del gol, Palumbo irradia di qualità la manovra ed è il perfetto pretoriano deputato a elargire filtranti per ottenere le situazioni di vantaggio a palla scoperta che mettono in moto le qualità dei singoli appena sciorinate.
Il pensiero dell’allenatore e dei calciatori è dunque propositivo, mira alla qualità per raggiungere lo scopo, unendo le fasi di gioco in un unicum per ottenere il risultato. La Ternana non può cercare di disunirsi sia per attaccare per difendere, non è una compagine orientata all’attesa, accetta il rischio (non è inusuale vedere la linea dei quattro difensori a metà campo, con i due terzini che giocano in ampiezza per sovrapporsi e i due centrali, di conseguenza, esposti a eventuali 1 vs 1) ed è totalmenta consapevole delle idee e del credo di un allenatore, Cristiano Lucarelli, che con professionalità, passione e dedizione ha subito smentito gli irrispettosi mugugni di chi non concede il più importante strumento lavorativo: il tempo.