Ascoli, parla Fabio Lupo: “Addio? Ho dovuto lottare contro interferenze fortissime”
LUPO ASCOLI ADDIO – La notizia di qualche giorno fa è arrivata come un fulmine a ciel sereno per i tifosi dell’Ascoli: il ds Fabio Lupo si è dimesso, rinunciando a 21 mesi di stipendio e ad un progetto interessante. È stato lo stesso direttore attraverso un’intervista-sfogo a chiarire i motivi di questa scelta forte […]
LUPO ASCOLI ADDIO – La notizia di qualche giorno fa è arrivata come un fulmine a ciel sereno per i tifosi dell’Ascoli: il ds Fabio Lupo si è dimesso, rinunciando a 21 mesi di stipendio e ad un progetto interessante. È stato lo stesso direttore attraverso un’intervista-sfogo a chiarire i motivi di questa scelta forte a “Il Resto del Carlino”:
«Oggi come nel 2005? Innanzitutto mi auguro che questa stagione sia positiva come quella che vide l’Ascoli salvarsi in Serie A con diverse settimane di anticipo, fu una grande annata. Lascio ancora una volta una piazza che mi ha stimato e anche commosso. Verso Ascoli nutro affetto: per il rapporto con i tifosi, i giocatori, lo staff e per l’opportunità che mi ha dato il patron posso dire che vado via senza rancore.
Perché se n’è andato? Che non abbia rancore non vuol dire che non ci siano motivazioni. Chiariamo subito che da un punto di vista umano tra me e il patron non è mai scoccata la scintilla. Il che, tuttavia, non ci ha impedito di lavorare in modo professionale. Le dimissioni sono dovute a delle interferenze fortissime contro cui ho dovuto lottare sia durante il mercato che in questo mese e mezzo di campionato. Interferenze dirette e indirette, sia da persone senza ruoli ufficiali che da componenti di quella che chiamo “la Corte dei Miracoli”. Il patron, su pressioni di questi personaggi, ha operato a sua volta pressione sulle mie valutazioni e decisioni. Voglio correre il rischio di passare per presuntuoso: se è stata allestita una rosa di buon livello è solo grazie alla mia esperienza e credibilità presso gli agenti e gli altri dirigenti.
Si riferisce a De Santis e Pochesci? A loro ma non solo. Pochesci chiamava giocatori e agenti a nome e per conto dell’Ascoli Calcio. Ripeto, per fortuna ho una certa reputazione ed esperienza altrimenti fare un mercato coerente e credibile sarebbe stato impossibile. Qualche operazione è persino saltata a causa delle ingerenze di questi personaggi. Pensate che quando io e il patron abbiamo incontrato l’agente di Sabiri, due settimane fa nella sede di Bricofer a Roma, è stato lo stesso procuratore a dire ‘Troppe persone hanno interferito nelle trattative: se ci fossimo stati solo noi tre, come oggi, forse avremmo trovato una soluzione’.
Il caso Sabiri ha avuto un peso nelle sue dimissioni? Assolutamente no, anzi in quel caso è accaduto esattamente il contrario. Dopo la mancata cessione, dovuta alle storture citate, abbiamo deciso con patron e allenatore di metterlo fuori rosa, con effetti sulla squadra che ha percepito il rigore della società e sul ragazzo che ha capito di aver sbagliato. Peccato che l’imprenscindibile linearità tra queste tre figure sia stata episodica visto che le interferenze l’hanno fatta da padrone. Isolare squadra e allenatore dalle voci, dai suggerimenti, dalle figure più disparate che ruotano attorno al club è stato un lavoro sfibrante. Alla fine mi sono arreso, interpretando tutto ciò come mancanza di fiducia nei miei confronti. Mi sono detto ‘forse è meglio che il mio ruolo lo ricopra un altro’. La libertà non ha prezzo.
Ripercussioni su Sottil? Il mister ed il gruppo hanno grande etica, professionalità e valori morali importanti. Credo che riuscirà ad isolarsi. Vivaio? Sì, ha avuto un peso. Non mi è stato permesso di costruire una rete scouting di un certo tipo, cosa fondamentale per un club di B. Senza parlare dell’Under 18 con ‘sede’ a Roma. Un nosense non giustificato né a livello etico che tecnico. Ho lottato con forza ma alla fine ho dovuto ingoiare anche questo.
Pulcinelli ironico sui social. Non so se prenderla a ridere. Lui ha questa fissa con i social, pensate che persino le mie dimissioni le ho dovute dare tramite whatsapp perché non rispondeva al telefono. È una cosa irritante e inappropriata per l’età che ha. Dall’essere simpatici a volte si sfiora il ridicolo: credo che ci sia un’età per tutto»