16 Aprile 2020

Malagò, presidente CONI: “Ripresa? Dibattito confuso e divisivo. Lo sport non è soltanto il calcio di Serie A”

MALAGO’ CONI – Giovanni Malagò, presidente del CONI, è stato intervistato dal Corriere dello Sport, dove ha toccato diversi tasti relativi allo sport e al calcio nello specifico. Ecco un estratto delle sue parole: «Ripresa? Parlando seriamente, c’è un dibattito estremamente confuso e divisivo che non può portare a qualcosa di buono. Io avrei chiuso […]

MALAGO’ CONI – Giovanni Malagò, presidente del CONI, è stato intervistato dal Corriere dello Sport, dove ha toccato diversi tasti relativi allo sport e al calcio nello specifico. Ecco un estratto delle sue parole:

«Ripresa? Parlando seriamente, c’è un dibattito estremamente confuso e divisivo che non può portare a qualcosa di buono. Io avrei chiuso in una stanza Federcalcio, Lega di A, AIC, gli allenatori, le televisioni e gli organismi internazionali, Fifa e Uefa, e non li avrei fatti uscire finché non avessero prodotto un documento condiviso. Stessa cosa per B e Lega Pro. Niente invece sul tavolo, si procede a vista, per ipotesi, con una conflittualità che danneggia qualsiasi progettualità. Gravina lo sento tutti i giorni, comprendo i problemi del momento e capisco che voglia portare a termine la stagione. Quello che manca è un piano preciso, chiaro, praticabile e convincente. Si parla solo di taglio stipendi e ora di un protocollo medico che dovrà passare al vaglio dell’ISS. Questa è l’ultima volta che tratto il tema della ripresa del calcio. La ripresa, se così sarà, deve avvenire in 2 fasi. La prima è quella degli allenamenti sia dell’atleta individuale che di squadra. Mi sono opposto all’ipotesi di far cominciare prima gli sport di squadra perché nel mio ruolo ho il dovere di tutelare tutte le federazioni e le 387 discipline sportive di Casa Coni. Parole di Federica Pellegrini? Le condivido. Gente come lei si mantiene senza l’aiuto del calcio. Lo sport non può essere e non è soltanto il calcio di Serie A. In Italia ci sono 130 mila realtà sportive che subiranno un danno economico notevolmente superiore a quello del calcio. Una volta mio padre mi disse: “Giovanni meglio feriti che morti”. Una considerazione che oggi può valere anche per il calcio».