Pisa, Marconi: “Ho commesso errori in passato, spero di restare qui a lungo”
MARCONI PISA – Attuale leader (insieme a Iemmello) della classifica marcatori in Serie B, Michele Marconi si è raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Non segno dalla partita contro l’Empoli? Nel calcio è fisiologico, non vivo questo digiuno con apprensione. L’importante è fare punti“. Il prossimo appuntamento è uno dei più coinvolgenti per i […]
MARCONI PISA – Attuale leader (insieme a Iemmello) della classifica marcatori in Serie B, Michele Marconi si è raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Non segno dalla partita contro l’Empoli? Nel calcio è fisiologico, non vivo questo digiuno con apprensione. L’importante è fare punti“. Il prossimo appuntamento è uno dei più coinvolgenti per i nerazzurri, dato che l’avversario sarà il Livorno: “In città si sente molto l’attesa. Vincere sarebbe un bel regalo ai tifosi, per noi deve essere una gara come un’altra. Anche se segna Gori (il portiere, ndr) va bene lo stesso! In questi dieci anni qualcuno non ha creduto in me, ma non cerco scuse: ho fatto scelte sbagliate, colpa mia. Prima correvo dietro a tutti, ora corro meglio, sono maturato e ho trovato il contesto giusto. Pisa mi ha dato una grossa mano: spero di restare a lungo“.
Alla domanda se si sente o meno un talento inespresso, il centravanti risponde così: “A volte lo penso. Ho fatto meno di quello che mi dicevano da piccolo, ma è solo colpa mia e ho tempo per rimediare. Io come Pazzini? Paragone troppo importante. La Primavera con Zaza, Bonaventura e Radovanovic? Ho capito perché hanno fatto carriera: sin da ragazzi erano campioni. Vieri? Era verso la fine, ma faceva cose pazzesche anche in allenamento“. Il 18 maggio 2008, per Marconi, non sarà mai una data come le altre: “Gol nell’Atalanta al Genoa, l’unico in A. Per un ragazzo di 19 anni qualcosa che rimane, anche se mi è servito poco“. La data della svolta è stata forse un’altra: “Venticinque aprile 2018, tripletta alla Viterbese e vittoria della Coppa Italia con l’Alessandria. Un gol su rigore, uno in rovesciata e uno con stop di petto e tiro all’incrocio: nei giorni dopo mi sono sentito onnipotente. Quando sono tornato sulla terra ho subito pensato ai playoff, che però sono finiti alla prima partita. I playoff con il Pisa? In finale con la Triestina (gol, traversa e partitone, ndr), ma per quella promozione tutti i miei compagni si meritano una statua, vista la cavalcata fatta da gennaio, senza più perdere“.
Spazio a considerazioni personali: “Sono di Follonica, lì ci sono i miei genitori. Sono andato via a 14 anni, mia moglie e i miei figli sono a Bergamo. Se trovo il contesto giusto, sto bene ovunque, come ad Alessandria o a Lecce. La maschera di Batman? Non la metto più perché mi ammoniscono. Era un gioco per mio figlio, l’ho rimessa solo a fine partita a Trieste, mi tengo il soprannome. Il colpo di testa? Me la cavo, l’ho imparato da piccolo, adesso in B ci sono avversari molto più strutturati ma me la cavo ancora. Sono bravi in tanti, non ho un esempio. Guardo molte partite, di tutte le categorie, mi diverto soprattutto con l’Atalanta. Chi temo per la classifica marcatori? Ogni squadra ha uno/due attaccanti forti. Fatemi salvare, mi basta quello: la classifica marcatori la lascio agli altri“.