Qualità ed esperienza ma anche umiltà e spirito di adattamento: SPAL, a Chiavari ennesima dimostrazione di maturità
MARINO SPAL FOCUS – Adattamento: capacità di adeguarsi ad una particolare situazione, condizione o ambiente. Un concetto sicuramente molto più ampio per significato ed ambiti di applicazione ma che, nella seppur semplice suddetta definizione, ci fa capire quanto questa virtù sia indispensabile per affrontare le sfide che siamo quotidianamente chiamati ad affrontare, in particolare quelle […]
MARINO SPAL FOCUS – Adattamento: capacità di adeguarsi ad una particolare situazione, condizione o ambiente. Un concetto sicuramente molto più ampio per significato ed ambiti di applicazione ma che, nella seppur semplice suddetta definizione, ci fa capire quanto questa virtù sia indispensabile per affrontare le sfide che siamo quotidianamente chiamati ad affrontare, in particolare quelle sulla carta ci appaiono più difficili. Non fa eccezione, in tal senso, anche il mondo del calcio in cui la propensione a sapersi calare in una realtà diversa rispetto a quella a cui ci si era magari abituati, può spesso rappresentare una preziosa risorsa a propria disposizione.
Uno dei più grandi ostacoli, nel sempre più complicato ed incerto campionato di Serie B, sta proprio nella non affatto scontata capacità di sapersi adattare alle insidie della categoria. Uno scoglio non da poco che, se non affrontato con la giusta mentalità ed umiltà, rischia di diventare insormontabile e di far imboccare ad un determinato progetto sportivo un percorso del tutto opposto rispetto a quello pianificato, portando un club a stravolgere radicalmente, suo malgrado, gli obiettivi inizialmente prefissati.
Una delle fattispecie in cui tale dote manifesta la propria essenzialità, è sicuramente quella che vede società retrocesse dalla Serie A essere costrette a ripartire dalla cadetteria, spesso con progetti del tutto nuovi e con interpreti differenti rispetto a quelli che avevano fatto le fortune del passato. Esempi di realtà provenienti dalla massima serie che hanno pagato lo scotto del cambio di categoria ce ne sarebbero numerosi: si pensi, al Crotone della stagione 2018/2019 che, dopo due anni di Serie A, si ritrovò addirittura a dover lottare per non retrocedere o all’Empoli dello scorso anno che, nonostante una rosa fortissima e grandissime ambizioni di immediata risalita, non riuscì ad esprimere appieno il proprio potenziale. Discorso simile per Frosinone e Chievo, protagoniste assolute nei playoff, ma che per larghi tratti della stagione regolare passata non avevano decisamente brillato.
Esistono, sicuramente, però anche esempi positivi e, tra questi, uno di quelli che maggiormente rende l’idea di quanto fin qui illustrato può essere ben rappresentato dalla SPAL. Un club che, dopo un triennio comunque importante tra i grandi del nostro calcio, è dovuta ripartire dalla Serie B a seguito di una bruciante ma ad un certo punto quasi inevitabile retrocessione. Tra conferme e nuovi innesti, una rosa completa, esperta e di qualità come quella a disposizione di Marino non può certamente non essere inserita tra le principali candidate alla promozione diretta ma, per i motivi di cui sopra, abbiamo constatato come le griglie di partenza di inizio stagione spesso appaiano fini a sè stesse se non supportate da una determinata serie di scelte e fattori.
Dopo un primissimo avvio così così da parte degli estensi, con tre pareggi (Monza, Cosenza e Pordenone) ed una sconfitta (Empoli) nelle prime quattro uscite di campionato, in casa emiliana ci si è resi conto di come, a discapito di un fisiologico periodo di assestamento tattico e mentale, ci si trovasse in una realtà del tutto diversa dalla Serie A per contesto, pressioni ed approccio alla singola partita. La vittoria di cuore e grinta ottenuta in pieno recupero al “Mazza” contro il Vicenza lo scorso 24 Ottobre, ha rappresentato solo la prima di cinque consecutive in campionato, alle quali si aggiungono le due in Coppa Italia. Sette partite nelle quali gli emiliani non hanno conosciuto risultato diverso dalla vittoria ma ognuna delle quali è maturata in maniera, se vogliamo, diversa. E qui ritorna il concetto di adattamento ma, questa volta, riferito alla capacità di conformarsi a quelle che sono le caratteristiche dell’avversario. In particolare, il successo nel posticipo sul campo della Virtus Entella ha messo in luce quanto questa squadra stia maturando, sotto questo aspetto, weekend dopo weekend.
Un gruppo con un elevatissimo tasso tecnico e dai margini di crescita esponenziali in grado di mettere in scena quelli che sono gli specifici dettami tattici che il proprio tecnico gli impartisce ma che è altrettanto ben consapevole di come sia essenziale, contestualmente, riuscire a leggere i diversi momenti della partita, reagendo di conseguenza. Nel successo del “Comunale” Paloschi e compagni hanno saputo soffrire quando necessario, con grandissima umiltà e rispetto delle qualità dei Diavoli Neri, ed affondare quando l’inerzia della gara lo consentiva. Compattezza, ordine e pazienza nel trovare la giusta distanza tra i reparti in fase di contenimento, con Tomovic e Salamon a guidare una difesa granitica, qualità nel muovere la palla nei tempi e nei modi giusti per eludere la pressione avversaria grazie alle geometrie del metronomo Salvatore Esposito ed abilità nel ribaltare immediatamente l’azione sfruttando la velocità di D’Alessandro, Di Francesco e Dickmann (quest’ultimo unica nota negativa della serata, purtroppo, vittima di un infortunio muscolare). Senza dimenticare la letalità sempre più marcata su palla inattiva, vera arma in più degli emiliani fin qui per arrivare in rete.
Se a ciò aggiungiamo il fatto che la difesa non subisca goal da 491′ minuti, che a Chiavari siano subentrati dalla panchina i vari Strefezza, Murgia, Floccari, Sala e Brignola e che non fossero del match, per motivi diversi, elementi del calibro di Sebastiano Esposito, Castro, Vicari, Ranieri e Berisha, solo per citarne alcuni, constatiamo come per profondità, esperienza e qualità dell’organico quella spallina sia tra le compagini più attrezzate del torneo. Ultima nota di merito non può che essere diretta al lavoro di mister Marino: un tecnico che nel corso della sua carriera è stato in grado di guidare l’Udinese ai quarti di finale di Coppa Uefa ed il Vicenza ad un passo dal ritorno in Serie A ma che, al contempo, è stato costretto ad incassare diverse delusioni, spesso molto cocenti. Marino è stato, fin qui, in grado di dare ai suoi ragazzi una precisa identità e fisionomia e l’auspicio è quello che dopo tanto girovagare, con l’approdo in quel di Ferrara il trainer siciliano sia finalmente riuscito a sposare un progetto ambizioso che possa garantirgli quella continuità e quel supporto che altrove, in passato, non aveva trovato.
Il percorso è tracciato e se è vero che vincere aiuta a vincere, ora la SPAL è chiamata a non fermarsi più.