ESCLUSIVA PSB – Spezia, M. Ricci: “Qui mi sento importante. Vogliamo fare la storia”
MATTEO RICCI SPEZIA – Sincretizzare eleganza, intelligenza ed efficacia ti rende un calciatore diverso. La tecnica è alla base di questo processo che non può essere portato a compimento senza gli ingredienti poc’anzi citati. Matteo Ricci rientra in questa elitaria categoria. L’esperienza con lo Spezia e la condivisione di intenti con il tecnico Vincenzo Italiano […]
MATTEO RICCI SPEZIA – Sincretizzare eleganza, intelligenza ed efficacia ti rende un calciatore diverso. La tecnica è alla base di questo processo che non può essere portato a compimento senza gli ingredienti poc’anzi citati. Matteo Ricci rientra in questa elitaria categoria. L’esperienza con lo Spezia e la condivisione di intenti con il tecnico Vincenzo Italiano stanno offrendo al calcio italiano un talento purissimo, che meriterebbe una maggiore visibilità, doverosa dinanzi a una classe così nitida e cristallina. Raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, sono diversi gli argomenti toccati con il classe ’94.
Siete reduci da uno stop che è stato paragonato alla pausa estiva. Approfondiamo quello che sembra essere un concetto più che gracile, in quanto siete chiamati a recuperare la condizione atletica in pochi giorni oltre, allo stesso tempo, a dover gestire le energie nervose in maniera differente rispetto a quanto di solito fate durante l’estate, dato che non avete avuto modo di staccare la spina, essendo sempre sull’attenti in vista di eventuali novità. Quanto credi che influirà questa relazione tra un corpo da rigenerare e una mente forse satura prima di ricominciare con un tour de force sicuramente estenuante?
“Ritengo che l’assenza di condizione si avvertirà nelle prime partite, dove il ritmo sarà un po’ più blando, per poi aumentare man mano. Abbiamo ricominciato da una settimana con gli allenamenti di gruppo, c’è un’enorme differenza rispetto a quelli individuali. L’importante, in questo momento, è non farsi male e lavorare per raggiungere una buona condizione collettiva quando ripartirà il campionato. L’aspetto mentale sarà molto importante, sotto questo punto di vista stiamo molto bene, siamo positivi e la società ci ha trattato magnificamente in questo periodo. Lo stop ha colpito tutte le squadre, dunque queste sono dinamiche che non risparmiano nessuno”.
Prima di tutto ciò che è accaduto, lo Spezia convinceva e divertiva grazie a una qualità del gioco probabilmente senza pari in cadetteria. Un simile combinazione di armonia ed efficacia non può che derivare da un forte coinvolgimento dei calciatori nel progetto tecnico. Quali corde ha toccato Italiano per farvi capire che quella di un calcio propositivo giocato su principi fosse la strada giusta per ottenere risultati?
“Il mister ha toccato le corde giuste, sin dal ritiro estivo, nel corso del quale ci ha fatto capire di volere una squadra propositiva, in grado di imporre il proprio gioco e pressare a tutto campo senza farsi schiacciare. Italiano ha aggiunto due-tre cose che magari sono mancate nella scorsa stagione. Abbiamo determinate caratteristiche, siamo stati strutturati per giocare in questa maniera, faremmo fatica con dei principi differenti rispetto a quelli trasmessi dal nostro tecnico”.
La Serie B è una categoria arcigna, complicata e che necessita di una notevole stabilità per non farsi trascinare dagli eventi. Spesso questo è associato alla ricerca di un calcio essenziale, codificato, elementare. La vostra, invece, è una squadra che si allontana da questa banalizzazione. Avete la sensazione di essere diversi?
“Mi piace vedere come giochiamo, sia quando sono in campo che quando rivedo le nostre partite. Mi accorgo che facciamo qualcosa di differente, poi è chiaro che in questo percorso di assoluta qualità ha influito anche l’ottima condizione fisica e mentale maturata grazie al lavoro. Tutto ciò ci ha permesso di alzare ulteriormente l’asticella, ad un certo punto andavamo quasi con il pilota automatico. Cerchiamo di seguire attentamente ciò che dice il mister, questo si riflette nel gioco che portiamo in campo e nei gol che segniamo. Per certi versi, dunque, pratichiamo un calcio differente a quanto di solito viene proposto in Serie B. Questo discorso riguarda noi e altre 3-4 squadre che, allo stesso modo, cercano di fare un po’ più di calcio”.
Soffermiamoci su di te. Le tue qualità sono note oramai da diverse stagioni, ma la percezione della tua capacità di dominare il centrocampo è diventata notevolmente più concreta. Lo Spezia è una compagine enormemente tecnica, ma la tua presenza è fondamentale per lo sviluppo della manovra e la ricerca delle geometrie organizzative che vi contraddistinguono. Avverti questa centralità?
“L’avverto anche perché è ciò che il mister richiede ai miei compagni, ovvero che sia sempre partecipe nell’azione. Questo comporta la necessità di fare la scelta giusta quando ho il pallone. Mi piace giocare in avanti ma ci sono dei momenti in cui bisogna mantenere il possesso oppure verticalizzare. L’importante è avere la palla, poi ho la fortuna di giocare in un centrocampo molto forte e la conoscenza reciproca che abbiamo sviluppato è un ulteriore vantaggio”.
Sei sempre stato un sublime giocatore d’ordine, abile nella comprensione della situazione e nella successiva scelta. In quest’annata, però, sembra che tu sia approdato su un livello superiore. La motivazione di queste parole è da ricercare, in primis, nella tua capacità di saper rifinire con costanza e qualità quasi a tutto campo, dimostrazione che essere regista è un compito, più che un ruolo, ma non si può che citare anche la tua propensione all’invasione della trequarti avversaria senza palla.
“Cerco di non essere scontato, mi piace seguire l’azione anche quando non sono coinvolto direttamente così da poter, magari, concludere. Un esempio è la partita casalinga contro il Pordenone: la manovra si stava sviluppando, ho seguito la costruzione fino a entrare in area e fare gol. Allo stesso modo, il mister mi chiede dinamicità anche quando devo portare una pressione un po’ più alta, così da essere praticamente a ridosso della trequarti avversaria nell’eventualità che la riconquista del pallone vada a buon fine. Non mi piace essere statico, preferisco muovermi. Un giocatore moderno deve saper esprimere il proprio io in ogni zona di campo”.
Che ruolo credi che abbia Italiano nello sviluppo di quest’analisi?
“Il mister ha ricoperto il mio ruolo quando era calciatore, dunque mi ha aiutato a vedere delle giocate e possibilità diverse. Faccio un esempio: prima mi piaceva molto cambiare il gioco, mi appagava. È una dinamica molto importante ma lo è nella stessa misura di un’imbucata per l’attaccante o per le mezzali che si inseriscono tra le linee. Bisogna riconoscersi in un ventaglio di possibilità più ampio. La fiducia che ha riposto in me, inoltre, ha agevolato questo processo. Per la prima volta nella mia carriera sono rimasto per due stagioni nella stessa piazza, non dimentico l’apporto di Marino nella scorsa stagione così come quello del direttore. Tutto ciò mi ha aiutato a esprimermi al meglio in campo”.
Ritieni che il tuo percorso in Serie B sia terminato?
“Bisogna terminare questa stagione che, prima di tutto ciò, stava prendendo una piega importante. In una condizione di normalità, qualora fossi riuscito a concludere al meglio l’annata, avrei potuto rispondere sì alla tua domanda, ma è successo ciò che sappiamo e dunque ogni discorso va dosato diversamente. La Serie B, ad ogni modo, è un campionato che conosco molto bene e vorrei mettermi alla prova con un altro tipo di calcio. Allo stesso modo so che per far sì che ciò accada devo ottenere il massimo, come fatto in Serie C, dove ho vinto i playoff con il Pisa di Gattuso. Darò tutto me stesso per realizzare il sogno che ho da quando sono bambino”.
Quanto credete nella promozione diretta? Cinque punti, soprattutto in quello che sarà un campionato quasi ex-novo, non sono tanti.
“La ripartenza sarà un punto interrogativo per tutti. Abbiamo una rosa ampia, dovremo sfruttare questo fattore perché non vogliamo limitarci al compitino bensì puntare in alto. Siamo lì, crediamo nel nostro obiettivo e ce la giocheremo fino alla fine per fare qualcosa che qui non è mai riuscito a nessuno”.
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