18 Marzo 2020

Spezia, Matteo Ricci direttore d’orchestra: il centrocampista è pronto per il grande salto

MATTEO RICCI SPEZIA / Lo Spezia di Vincenzo Italiano è, senza ombra di dubbio, una delle squadre più interessanti attualmente presenti in Serie B. Il calcio dei liguri è coinvolgente, propositivo e mira alla ricerca della supremazia che, quando riscontrata, permette di avere il dominio del pallone e della partita. In una proposta così moderna, […]

MATTEO RICCI SPEZIA / Lo Spezia di Vincenzo Italiano è, senza ombra di dubbio, una delle squadre più interessanti attualmente presenti in Serie B. Il calcio dei liguri è coinvolgente, propositivo e mira alla ricerca della supremazia che, quando riscontrata, permette di avere il dominio del pallone e della partita. In una proposta così moderna, per raggiungere l’efficacia è necessario avere degli interpreti in grado di avere e dare il ritmo giusto con e senza il pallone. Non sono ammesse voci fuori dal coro, la squadra deve diventare un’orchestra e il solista è ammesso solo se propedeutico ai risultati del collettivo.

Sincretizzare tutto ciò può avere ovviamente delle difficoltà, che i bianconeri hanno patito in autunno, quando i risultati non arrivavano e Italiano è stato pesantemente messo in discussione. La proprietà ha, saggiamente, dato fiducia al tecnico, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, per efficacia ed estetica. Un gruppo di calciatori, quello degli Aquilotti, che ha mostrato di credere nel progetto. Tra questi, è legittimo porre l’accento sul direttore dell’orchestra prima citata: Matteo Ricci.

Sbilanciarsi spesso è sterile ma, con la promessa di fornire a breve la spiegazione, stupisce di come un simile calciatore non abbia ancora giocato in Serie A. Matteo Ricci è tranquillamente iscrivibile nella categoria dei playmaker moderni, quelli abili in entrambe le fasi e preziosi sia con che senza il pallone. La qualità tecnica del classe ’94 è fondamentale in una squadra che, come detto in apertura, aspira al dominio del gioco. Bisogna essere veloci nelle gambe e nella testa per un simile tipo di calcio, e Matteo è ciò che corrisponde a questa sorta di identikit. Tecnica che il centrocampista ha sempre avuto e custodito gelosamente, ma che non esaurisce un bagaglio di assoluto rispetto. Abile con i piedi e dotato di proverbiale visione, Matteo è in grado di saper sfruttare al meglio lo strumento (il destro, per l’appunto) grazie alla conoscenza del materia (il calcio). Questo lo porta ad essere determinante.

La funzionalità con il quale lo Spezia è stato costruito permette a Ricci di dialogare con calciatori in grado di saper ricevere il pallone ma soprattutto leggere le giocate che partono dall’ex Roma. Con Ferrer e Ragusa forma un triangolo che sublima l’efficacia della fascia destra, ma la possibilità di poter lanciare Gyasi o sublimare la naturale connessione con il gemello Federico ampliano il raggio delle opzioni. Una squadra, lo Spezia, che sembra aver trovato una proverbiale levatura qualitativa della propria manovra. Merito delle idee del tecnico, della dedizione dei calciatori, della qualità di chi sa distribuire palloni che ricordano petali. Uno di questi è Matteo Ricci: la massima serie è nel mirino.

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