10 Gennaio 2020

Livorno, la situazione è disperata. E il mercato non decolla

MERCATO LIVORNO – Una situazione disperata, quella che si trova costretto a dover vivere il Livorno. Gli amaranto, desolatamente ultimi al termine del girone di andata con appena 12 punti, hanno bisogno di un miracolo per salvare la categoria. Miracolo che, giocoforza, deve passare anche dal mercato, fin qui però praticamente nullo. La situazione di […]

MERCATO LIVORNO – Una situazione disperata, quella che si trova costretto a dover vivere il Livorno. Gli amaranto, desolatamente ultimi al termine del girone di andata con appena 12 punti, hanno bisogno di un miracolo per salvare la categoria. Miracolo che, giocoforza, deve passare anche dal mercato, fin qui però praticamente nullo. La situazione di classifica non agevola infatti il lavoro del neo direttore sportivo Vittorio Cozzella: convincere un giocatore ad accettare una squadra che, ad oggi, pare già con più di un piede in Serie C è infatti tutt’altro che semplice.

Il primo arrivo dovrebbe essere quello di Joseph Minala, centrocampista della Lazio con alle spalle esperienze in B con le maglie di Bari, Latina e Salernitana. Un acquisto che andrà quanto meno a rimpolpare numericamente un reparto scarno, che, fin qui, ha potuto contare sui soli Luci, Agazzi e Rocca: Viviani, condizionato da una forma fisica non ancora ottimale, si è infatti visto solamente a spezzoni, Luca Rizzo è praticamente un desaparecido, mentre D’Angelo, acerbo per la categoria, si accaserà al Potenza.

L’arrivo di Minala, però, non può ovviamente bastare: il Livorno, in questa prima parte di stagione, ha mostrato enormi lacune soprattutto nel reparto avanzato, dove i vari Raicevic, Mazzeo, Braken e Murilo hanno portato in dote appena due reti in quattro. Una miseria. Chiaro che per cercare di conquistare una difficile salvezza occorrerà ben altro, puntando su un centravanti in grado di concretizzare il lavoro svolto da Marras e Marsura. Il problema, però, è sempre il solito: un attaccante di razza, in questo momento, difficilmente accetterà di mettersi in gioco alla corte di Paolo Tramezzani. Perché una retrocessione, alla fine, rimane una macchia sul proprio curriculum. Per chiunque.