Meritocrazia, questa (quasi) sconosciuta: calciatori arrivati tardi, altri mai. Perché tutto questo?
Questa Serie B appena conclusa, in attesa degli agognati playoff, ha messo in risalto un aspetto particolare e mai visto prima in queste dimensione. L’esplosione, o comunque un approdo positivo, di calciatori che dalle serie minori si sono imposti in cadetteria dando uno schiaffo agli esterofili ed ai denigratori della vecchia e cara Serie C. […]
Questa Serie B appena conclusa, in attesa degli agognati playoff, ha messo in risalto un aspetto particolare e mai visto prima in queste dimensione. L’esplosione, o comunque un approdo positivo, di calciatori che dalle serie minori si sono imposti in cadetteria dando uno schiaffo agli esterofili ed ai denigratori della vecchia e cara Serie C. Elementi “gettati” in Serie B che, partiti da dietro, si son ritagliati spazio man mano.
L’altra faccia della medaglia, però, ci mostra un aspetto tipicamente italiano: calciatori più che meritevoli con esperienze positive e traguardi conquistati sul campo che annaspano e battagliano per emergere dal clima di eccezionalità legata a questo discorso. Ma procediamo con ordine.
Questa Serie B è stata la Serie B di Montalto, Carretta, Tremolada, Mazzeo, Mazzocchi, Pinto e tantissimi altri calciatori, più o meno giovani, che hanno imposto la propria legge in un torneo storicamente difficile come quello della B.
Eclatante il caso di Montalto che a 30 anni ha messo a referto 20 reti e si è candidato, all’ultima chance della carriera per affermarsi fuori dalla Serie C, come uomo mercato anche in ottica Serie A. Stesso dicasi per Carretta, furetto imprendibile, in orbita massima serie. A livello anagrafico è stato favoloso Mazzeo che dopo aver fatto il bello ed il cattivo tempo in Serie C per diverse stagioni ha deliziato i palati della cadetteria con la tecnica tipica del suo repertorio.
E l’altra faccia della medaglia? Qui passiamo alle noti dolenti, alla piaga di un movimento che tenta di rialzarsi e poi si rigetta a terra continuamente. Calciatori come Ragatzu, Simone Guerra, il talentuoso Bollino, il duttilissimo Di Quinzio (la cui non conferma alla SPAL neopromossa in B grida vendetta), il finissimo Taugordeau e tanti altri che sicuramente non immaginiamo neanche non riescono a trovare spazio in Serie B. Una possibilità che non arriva, soprattutto per i più “grandi“, che appare come una sorta di maledizione mentre, nel contempo, la B si “arricchisce” di calciatori normalissimi, magari stranieri, andando ad oscurare calciatori più che meritevoli che navigano, ormai da troppo, nelle acque della Serie C.