ESCLUSIVA PSB – Montalto: “Cremonese? Progetto ambizioso. Abbiamo i mezzi per puntare in alto”
MONTALTO CREMONESE – Una carriera nella quale le sue qualità non trovano la giusta consacrazione nel grande calcio. Potevamo trovarci dinanzi all’ennesimo caso di “ciò che poteva essere e non è stato”, ma con abnegazione e professionalità, Adriano Montalto è riuscito a consacrarsi come uno dei migliori attaccanti della Serie B. I tifosi della Cremonese […]
MONTALTO CREMONESE – Una carriera nella quale le sue qualità non trovano la giusta consacrazione nel grande calcio. Potevamo trovarci dinanzi all’ennesimo caso di “ciò che poteva essere e non è stato”, ma con abnegazione e professionalità, Adriano Montalto è riuscito a consacrarsi come uno dei migliori attaccanti della Serie B. I tifosi della Cremonese impareranno a conoscere le qualità del classe ’88 che, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, ha toccato diversi argomenti, dal suo attuale infortunio passando per le ambizioni di questa stagione, senza dimenticare il passato e quella Ternana che tanto gli ha dato.
Nuova avventura per te: come mai la scelta di sposare il progetto Cremonese?
“La Cremonese è stata la società che ha mostrato di volermi con maggiore insistenza. Parliamo di un progetto ambizioso dove voglio essere protagonista”.
Purtroppo un infortunio ha frenato il tuo inizio di stagione. Come procede il recupero?
“L’unico modo per sopportare uno stop così lungo è trovare la forza dentro se stessi. Sto cercando di vivere questo periodo con la massima calma, e ci tengo a ringraziare lo staff medico della Cremonese per tutte le attenzioni che sto ricevendo. Seguo un programma di riabilitazione ogni giorno, sia mattina che pomeriggio. Credo che resterò fuori ancora per un mese e mezzo”.
Il vostro inizio di campionato è stato assolutamente promettente, con un rendimento degno di nota.
“Sono consapevole di essere in una squadra che ha i mezzi per puntare in alto, non è un caso che non abbiamo ancora perso”.
Apriamo le porte del tuo passato: che ricordi hai dell’esperienza con la Ternana?
“Ho stretto un bellissimo legame con la piazza. I tifosi sono stati in grado di trasmettermi un amore viscerale, che porterò dentro di me. Il grande rammarico è non essere riuscito a dare il mio contributo nella corsa alla salvezza, a causa di un infortunio che mi ha tenuto lontano dai campi nelle ultime tre partite. Il caso vuole che sia nella passata stagione che in quella attuale, il Pescara mi è stato fatale, dato che entrambi i miei guai fisici sono capitati contro gli abruzzesi”.
Nel corso della passata stagione, sulla panchina delle Fere c’è stato l’avvicendamento tra Pochesci e De Canio. Come avete vissuto questo cambiamento?
“De Canio è un ottimo comunicatore, cerca di portare organizzazione nelle squadre che allena, lavora molto sulla testa. Pochesci mi ha trasmesso grandi concetti, con lui ho imparato molto, sono riuscito a fare miei dei movimenti che prima non conoscevo. È un allenatore che bada più al campo che al resto”.
Le tue qualità sono sempre state fuori discussione. Oltre a qualche problema fisico, come ti spieghi il fatto di essere esploso in ritardo rispetto alle tue reali possibilità?
“Quando un calciatore sa di dover avere molti anni di carriera davanti, si rende conto delle occasioni sprecate e non vuole più lasciare nulla di intentato. In certe situazioni riesci a fare quel qualcosa in più che prima mancava per emergere”.
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