29 Marzo 2020

Benevento, Montipò: “Non vogliamo che il campionato venga annullato. Pronti a giocare a luglio”

MONTIPÒ BENEVENTO – Lorenzo Montipò, portiere del Benevento, si è raccontato ai microfoni del Corriere dello Sport: “È dura, sembra di essere in uno di quei ‘disaster movie’ americani, una situazione incredibile. Per fortuna ci sono le videochiamate. È brutto, ma penso che in questo momento, ci piaccia o meno, la cosa più importante sia […]

MONTIPÒ BENEVENTO – Lorenzo Montipò, portiere del Benevento, si è raccontato ai microfoni del Corriere dello Sport: “È dura, sembra di essere in uno di quei ‘disaster movie’ americani, una situazione incredibile. Per fortuna ci sono le videochiamate. È brutto, ma penso che in questo momento, ci piaccia o meno, la cosa più importante sia la salute. Quindi l’esortazione per tutti è di rimanere a casa: da lì non si scappa. Una volta sconfitto il virus potremo tornare a giocare, sperando che questo avvenga il più presto possibile.

È difficile per tutti, il campo ci manca. Proviamo però a fare tutto il possibile per mantenere caldi i muscoli: nel salone di casa inizio con un lavoro per le gambe, poi via agli addominali e infine faccio pesi con le casse d’acqua. Bisogna arrangiarsi, non ho gli attrezzi, ma va bene ugualmente. Poi nel primo pomeriggio scendo in cortile per qualche palleggio: più che altro il pallone serve a divagarmi un po’. 

Io mi schiero col presidente Gravina che dice saggiamente di aspettare prima di prendere ogni decisione. Ora non possiamo stabilire una data, inutile fare delle previsioni. Una cosa è certa: noi non ci stiamo che il campionato venga annullato, vogliamo questa Serie A con tutte le nostre forze, non ci meriteremmo affatto che tutti i nostri sforzi venissero vanificati azzerando tutto quello che è stato fatto finora. Ci va bene qualsiasi soluzione, basta che ci consenta di terminare il campionato. Siamo pronti a scendere in campo anche a luglio, se dovesse servire.

La proposta di Stirpe? Può essere anche questa una soluzione, ma non so se sia realizzabile. C’è il problema dei contratti che andrebbero rinnovati. Il fatto è che tante opzioni sono molto difficili da portare avanti. Ho sentito che si potrebbe fare come in Formula Uno: se la corsa si ferma, quelle posizioni vengono cristallizzate e valgono per assegnare la vittoria. Ma so bene che tante società farebbero ricorso e non la finiremmo più. Allora la cosa migliore in questo momento è attendere che si mettano d’accordo i presidenti delle società, noi ci atterremo a quello che decideranno. Per me l’ideale rimane quello di finire il campionato entro l’estate, ma conterà solo l’evolversi del virus.

Questa valutazione che arriva dall’esterno mi gratifica molto, ma devo dire che quello che mi dà più gioia è l’aver recuperato la mia reputazione e aver ritrovato in un anno la stima dei miei compagni. A loro devo dire sempre grazie, per essere il portiere meno battuto tra A e B e l’aver portato a casa la bellezza di 15 clean sheets. Dopo gli sfortunati play off dello scorso anno, la partecipazione agli Europei Under 21 mi hanno rimesso in gioco. Sentir fare il mio nome da grandi società di serie A mi ha dato grande soddisfazione, ma devo ringraziare sempre i miei compagni.

Sono cresciuto mentalmente, che in genere in un ragazzo della mia età è quello che manca. Ho avuto l’aiuto di tutti e ho raggiunto un equilibrio di cui vado fiero. Il gruppo ha avuto un ruolo essenziale: tutto è nato quel giorno dell’esordio all’Arena di Pisa, il rigore parato a Marconi al 95′. L’abbraccio con Del Pinto (che aveva provocato il rigore, ndr)? Proprio così: quella foto è il simbolo della nostra squadra e del gruppo che s’era già formato. Perché ti dà la certezza che io posso rimediare ad un errore di un compagno, così come un mio compagno farà con me.

Inzaghi? Il mister ci ha inculcato la sua mentalità, quella di non mollare mai. Dopo aver centrato record incredibili, ci ha dato gli stimoli per cercarne altri. Abbiamo tutti metabolizzato la sua carica e si siamo rimessi in discussione dopo una stagione andata male. Grazie a lui abbiamo capito cosa ci mancava“.