Monza, Caldirola si apre: “A Benevento ho lasciato il cuore ma qui sono nato e cresciuto”
MONZA CALDIROLA BENEVENTO – Luca Caldirola, difensore del Monza, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. Il classe 1991 è nato a pochi chilometri da Monza, e domenica sfiderà il Benevento, città dove ha giocato e dove è diventato padre. Ecco le sue parole: Emozioni? «Sarà un pomeriggio particolare: ritroverò […]
MONZA CALDIROLA BENEVENTO – Luca Caldirola, difensore del Monza, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine de La Gazzetta dello Sport. Il classe 1991 è nato a pochi chilometri da Monza, e domenica sfiderà il Benevento, città dove ha giocato e dove è diventato padre.
Ecco le sue parole:
Emozioni? «Sarà un pomeriggio particolare: ritroverò tanti amici, ma per 90’ saremo avversari. A Benevento ho vissuto due anni e mezzo favolosi: gioie indescrivibili come la vittoria del campionato nel 2020 e la doppietta nel giorno del debutto in A alla Sampdoria di Gaston Ramirez.»
Su un eventuale gol domenica: «In testa ho solo l’idea di vincere per accorciare sul primo posto, ma se dovessi far gol non esulterei per rispetto di una piazza che mi ha dato tanto».
A Benevento la chiamavano “The wall”: oggi il muro del Monza lo sta costruendo con i suoi amici Donati e Marrone. «Il nostro è un rapporto speciale: Donati lo conosco fin dal vivaio dell’Inter, con Marrone sono stato nelle nazionali giovanili. In carriera ho giocato tanto nella difesa a4, ma nella linea a 3 di Stroppa sono a mio agio».
Ha spiegato ai suoi compagni come si marca Lapadula? «Purtroppo non esiste un segreto per fermarlo: è fortissimo e si conferma fuori categoria».
Differenze tra Stroppa e Inzaghi? «A livello caratteriale sono molto simili: due grandi motivatori. Stroppa bada più alla qualità del gioco del fraseggio, Inzaghi punta più alla concretezza».
Tra i suoi interessi c’è anche la neurolinguistica. Si può dire che oggi il Monza sia la squadra che sta mentalmente meglio? «I dieci risultati utili ci hanno dato certezze. Ma dobbiamo dare seguito a questo momento perché le avversarie sono tante e fortissime. Occhio anche al Parma che ha tutto per risalire».
Ora che gioca nel Monza di Berlusconi e Galliani cosa prova? «E’ stato un onore essere scelto da chi ha fatto la storia, vincendo tutto il possibile. E poi io ho sempre sognato di vestire questa maglia: da piccolo ero spesso in Curva Pieri, sono cresciuto con il Monza di Frosio».
Sugli anni in Germania tra Werder Brema e Darmstadt? «Lo rifarei: ho imparato a confrontarmi con un calcio più fisico e ricco di uno contro uno».
L’attaccante più difficile da marcare? «Sicuramente Lewandowski: sa sempre dove va la palla, unisce forza fisica, tecnica e intelligenza. Si merita il Pallone d’oro».
Tra i suoi libri preferiti c’è “Il Cammino di Santiago” di Coelho. Lo farebbe se va in A? «E’ un viaggio che avevo programmato, poi il Covid ci ha messolo zampino: il Monza in A
sarebbe l’occasione giusta».
Ha preso lezioni da sommelier: che vino sembra il Monza? «Il mio preferito è il “Via del Campo”: un vino elegante ed equilibrato. Proprio come noi»