Norme, scadenze per la cessione e deroghe: cosa c’è da sapere sulla multiproprietà Napoli-Bari
MULTIPROPRIETA’ NAPOLI BARI MULTIPROPRIETA’ NAPOLI BARI – Dopo 4 anni il Bari è tornato in Serie B. Gioia, lacrime e festa in città dopo 4 anni di sofferenza calcistica assoluta per una piazza che ha vissuto la Serie D e la Serie C prima del ritorno in cadetteria. Artefice di questo successo biancorosso, sicuramente, la […]
MULTIPROPRIETA’ NAPOLI BARI
MULTIPROPRIETA’ NAPOLI BARI – Dopo 4 anni il Bari è tornato in Serie B. Gioia, lacrime e festa in città dopo 4 anni di sofferenza calcistica assoluta per una piazza che ha vissuto la Serie D e la Serie C prima del ritorno in cadetteria. Artefice di questo successo biancorosso, sicuramente, la proprietà del club: dopo tanti anni di instabilità ai vertici societari, il fallimento del Bari è stata l’occasione per mettere i Galletti nelle mani sicure della famiglia De Laurentiis.
Dopo aver fatto risorgere il Napoli dal periodo più buio della storia azzurra, lavorando ed, in circa 15 anni, incastonandolo tra le certezze dei vertici del calcio italiano, Aurelio De Laurentiis, stavolta affidando tutto a suo figlio Luigi, sta provando la stessa impresa con Bari, piazza meritevole dei vertici ma da sempre con in cascina meno di quanto meriterebbe.
Multiproprietà: come funziona?
La famiglia De Laurentiis, dunque, possiede sia il Napoli che il Bari. Dopo aver risolto con tantissime difficoltà la questione Salernitana-Lazio-Lotito, il binomio campano-pugliese è l’unico caso in Italia di doppia squadra con la stessa proprietà assieme all’Hellas Verona ed al Mantova nelle mani di Setti. La Federazione, scottata dal caso Salernitana, ha imposto nuove norme che, ora che il Bari è appena una categoria sotto il Napoli, tornano al centro delle riflessioni.
Il nuovo testo dell’articolo 16 bis recita: “Non sono ammesse partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto, del suo coniuge o del suo parente ed affine entro il quarto grado. Qualora a seguito del passaggio di una società dal settore dilettantistico al settore professionistico si incorra nella situazione vietata dal comma 1, i soggetti interessati devono porvi fine entro e non oltre 5 giorni prima del termine fissato dalle norme federali per il deposito della domanda di ammissione al campionato professionistico di competenza. L’inosservanza del termine di cui al comma 2 comporta la decadenza della affiliazione della società proveniente dal settore dilettantistico“.
Le date delle possibili cessioni
A ciò va aggiunta la deroga che vale per il caso Napoli-Bari in quanto l’acquisizione del club biancorosso è avvenuto prima della modifica delle norme ed il tutto non è retroattivo, scongiurando dunque la “decadenza dell’affiliazione“, in questo caso legata al Bari, che varrebbe a dire radiazione per il secondo club acquistato. Per coloro che hanno una proprietà multipla nel calcio, dunque, ricorda fanpage.it, vale la seguente norma: “Dovranno porvi fine entro e non oltre 5 giorni prima del termine fissato dalle norme federali per il deposito della domanda di ammissione al campionato professionistico di competenza della Stagione Sportiva 2024/2025”. Che, tradotto in semplici parole, vorrà dire che la famiglia De Laurentiis dovrà cedere Napoli o Bari prima dell’estate del 2024 ed, in caso di presenza delle due squadre nello stesso campionato prima di questo termine, uno dei due club dovrà essere ceduto 5 giorni prima l’inizio della prossima stagione: “Entro e non oltre 5 giorni prima del termine fissato dalle norme federali per il deposito della domanda di ammissione al campionato professionistico di competenza”.
Un caso come quello accaduto nello scorso dicembre per risolvere la situazione della Salernitana non dovrebbe più ripetersi: le norme sono ora più stringenti e per le multiproprietà ancora in essere le scadenze, le tempistiche e le modalità non ben spiegate. La famiglia De Laurentiis, dunque, sarà chiamata ad una scelta complessa, ponderata e dettata dalle possibilità: cedere il Napoli, per una cifra verosimilmente astronomica se rapportata al prezzo d’acquisto del club partenopeo; o cedere il Bari per continuare col Napoli, guadagnando comunque per lo stesso discorso succitato.