8 Novembre 2018

Riecco il Palermo, Pillon una sorpresa. Quello di B è un campionato a parte, chiedere a Crotone e Tabanelli. Zenga un fattore, Lucarelli paga colpe non sue

Come da copione. Il Palermo c’è, parentesi Tedino a parte. Con il ritorno di Stellone in sella, i rosanero hanno ritrovato la quadra e si candidano prepotentemente per la lotta al primo posto in classifica. Continua a stupire, invece, per personalità e qualità di gioco il Pescara. Non mi sarei mai aspettato che Pillon potesse […]

Come da copione. Il Palermo c’è, parentesi Tedino a parte. Con il ritorno di Stellone in sella, i rosanero hanno ritrovato la quadra e si candidano prepotentemente per la lotta al primo posto in classifica. Continua a stupire, invece, per personalità e qualità di gioco il Pescara. Non mi sarei mai aspettato che Pillon potesse fare così bene, si è messo di pari passo alle idee del calcio moderno e sta raccogliendo i suoi frutti: il primo posto, a novembre, non può essere solo frutto della casualità. Così, però, come talenti del calibro di Del Sole non possono essere schierati soltanto negli ultimi venti minuti: le qualità sono lampanti, quest’anno deve essere quello della consacrazione.

Checché se ne dica, il campionato di Serie B non è per tutti. E quanto sta accadendo a Crotone lo dimostra: calciatori come Rohden, Simy, Barberis, Stoian e Budimir non riescono a dare quel qualcosa in più, nonostante lo scorso anno siano comunque stati protagonisti con Zenga in Serie A. Ed il pensiero va subito a Tabanelli: il centrocampista del Lecce, negli ultimi sei mesi della scorsa stagione contestato dai tifosi per le brutte prestazioni in Serie C, di colpo nel torneo cadetto sembra essere tornato ai suoi massimi splendori. Gol, assist e capacità di leggere i momenti della partita per capire se accelerare o rallentare. Un calciatore rinato, per una squadra – quella salentina – che potrà togliersi grandi soddisfazioni.

Abbiamo citato Zenga poco fa. Ecco l’esempio di un tecnico che, come Stellone, ha rivoluzionato il modo di giocare della propria squadra. “Con le unghie e con i denti”, si potrebbe dire. A differenza di quando panchina sedeva Vecchi, che probabilmente ha pagato il salto dalla Primavera alla Serie B. Servirà a lui, per crescere; è servito ai calciatori del Venezia per subire uno scossone e svoltare.

Infine parentesi Livorno, nobile decaduta negli ultimi anni. I tifosi meritano altro, sia in campo che dal punto di vista della serenità. L’esonero di Lucarelli è ingiusto, anche perché la squadra costruita in estate non può avere come obiettivo qualcosa di diverso dalla salvezza. Era il tecnico “dei tifosi”, della piazza. Per quello che è stato il suo passato, la sua carriera. E non meritava un trattamento simile.

 

Dennis Magrì