13 Giugno 2020

Monza, Paletta: “Vogliamo la Serie A. Ibra e Kakà? Con Berlusconi e Galliani tutto può succedere”

PALETTA MONZA – Gabriel Paletta, difensore del Monza, ha parlato ai microfoni di Tuttosport: “Galliani mi ha dato la possibilità di allenarmi con i ragazzi e poi ha iniziato un pressing spietato. Lo sapete com’è fatto, quando vuole convincerti ad accettare una sua proposta, sa come fare. E alla fine ce l’ha fatta. La vittoria […]

PALETTA MONZA – Gabriel Paletta, difensore del Monza, ha parlato ai microfoni di Tuttosport: “Galliani mi ha dato la possibilità di allenarmi con i ragazzi e poi ha iniziato un pressing spietato. Lo sapete com’è fatto, quando vuole convincerti ad accettare una sua proposta, sa come fare. E alla fine ce l’ha fatta. La vittoria del campionato? È una gioia grande. La vittoria del campionato l’abbiamo ottenuta sul campo ancor prima che la rendessero ufficiale in forma burocratica le autorità competenti. Abbiamo dovuto aspettare un po ‘di tempo per festeggiare, anche se ancora non abbiamo potuto farlo tutti insieme. È una cosa che la società voleva fortemente e quando sono arrivato a novembre, buona parte del lavoro era già stato fatto dai miei compagni. È un premio non meritato, di più. Ho vinto l’ultimo trofeo della presidenza di Berlusconi al Milan e il primo di quella al Monza? È una cosa incredibile. Quando abbiamo vinto la Supercoppa italiana a Doha contro la Juventus, il Milano ha messo in bacheca il ventinovesimo titolo sotto la proprietà Berlusconi. E io indossavo la maglia numero 29. Adesso sono al Monza e il presidente con il dottor Galliani sono arrivati ​​a 30. Spero che questo successo porti fortuna e possa aprire un ciclo importante per società.

Berlusconi e Galliani mi hanno sempre dimostrato fiducia e stima. In primis quando mi portarono al Milan, prendendomi dal Parma e facendomi vivere una grandissima esperienza. La conoscenza e i rapporti sono rimasti buoni anche quando ho lasciato il Milan. Poi, tornando a Monza, ho ritrovato anche mister Cristian Brocchi, che ho avuto allo Jiangsu Suning dove era uno dei collaboratori di Fabio Capello. È stato quasi come tornare a casa. Il corteggiamento di Galliani? Come dicevo, il dottore è un martello quando vuole insistere. A furia di insistere mi ha convinto e sono felice di aver ceduto a questo suo grande pressing. Ma mi ha convinto anche il progetto a lunga durata del Monza e la qualità della rosa, che ho potuto vedere sul campo quando mi allenavo con loro.

Quanto è cresciuto Brocchi rispetto all’esperienza in Cina? Tantissimo. C’erano lui e Zambrotta come collaboratori di mister Capello. Cristian si occupava principalmente del lavoro specifico con i centrocampisti e gli attaccanti, mentre Zambro era più con noi difensori. Ma io vedevo che tipo di lavoro faceva Brocchi e che concetti portava avanti. Quando l’ho ritrovato, l’ho visto più convinto nei suoi mezzi e in quello che vuole proporre in campo. 

Non ho avuto grosse difficoltà ad adattarmi alla Serie C, anche perché i ritmi che tenevamo in allenamento non erano quelli di una squadra di terza serie. E anche i giocatori che fanno parte della rosa, è gente che deve stare in categoria superiori. Alcuni giocatori non li conoscevo direttamente e mi hanno sorpreso. Poi le partite le giocavamo al nostro ritmo, anche se nessuno ci ha regalato nulla, perché chiunque ci ha affrontato, lo ha fatto con una motivazione in più perché eravamo la squadra da battere. 

Berlusconi ha ragione nel dire che il Monza non sia una provinciale. Come si può pensare che un progetto tecnico-societario dove c’è lui come presidente e Galliani come amministratore delegato possa essere qualcosa di marginale? Al Milan hanno vinto e hanno quella mentalità al Monza. Lo si capisce sia parlando con i giocatori, ma anche con i dipendenti del club. E quando vengono a parlare alla squadra, si sente che l’aria è diversa così come il pubblico è aumentato. Serie B? Sarà una grande sfida. L’obiettivo lo conosciamo tutti, ma le partite vanno giocate e vinte. Siamo tutti focalizzati sulla prossima annata, ma la volontà di tutti è quella di portare il Monza in Serie A. 

Quando sono arrivato i ragazzi avevano già messo un bel distacco con le inseguitrici. Ma non ha mai visto segnali di rilassamento. Abbiamo giocato tutte le partite con la stessa cattiveria e voglia di vincere. Nessuno ha mai pensato di essere già in Serie B prima del tempo. 

Giocare con Ibrahimovic e Kakà al Monza? Ibra è stato il giocatore più difficile da marcare nella mia carriera. Mi piacerebbe marcarlo, ma in allenamento. Ma sarebbe bello giocare anche con Ricky e Daniel (Maldini, elogiato da Berlusconi, ndr), che è un giovane molto interessante. Ma questa aspettativa la possono creare solo Berlusconi e Galliani. Lasciamoli lavorare, anche perché loro sanno come e cosa si deve fare sul mercato. Con loro può succedere di tutto.

Se mi sento un leader? Più che un leader, spero di poter dare il mio contributo in campo e di essere da esempio per i miei compagni di squadra. Se vogliamo arrivare in alto, dobbiamo essere tutti dei leader. Ma sono sicuro che per il prossimo campionato arriveranno giocatori che ci aiuteranno ulteriormente a fare bene e che porteranno ancora più qualità dentro la nostra rosa. Sarebbe bello sfidare il Milan con la maglia del Monza“.