Partite in chiaro, l’Antitrust dice no. Legge Melandri: la A ritiene ingiusta la mutualità per le serie minori
PARTITE IN CHIARO CALCIO – Argomento che ha fatto discutere è stato quello della possibile trasmissione trasmissione in chiaro di alcune partite di calcio. Il Corriere dello Sport, quest’oggi, chiarisce la situazione dato che è arrivata (nella serata di ieri) la risposta negativa dell’Antitrust, secondo cui con questa iniziativa si andrebbe contro i contratti esistenti […]
PARTITE IN CHIARO CALCIO – Argomento che ha fatto discutere è stato quello della possibile trasmissione trasmissione in chiaro di alcune partite di calcio. Il Corriere dello Sport, quest’oggi, chiarisce la situazione dato che è arrivata (nella serata di ieri) la risposta negativa dell’Antitrust, secondo cui con questa iniziativa si andrebbe contro i contratti esistenti con i vari broadcaster e la Legge Melandri, dando così modo ad altre emittenti o siti internet di aprire contenziosi. Le sensazioni erano positive, anche per la propensione dimostrata dal ministro Spadafora. Sono però scattate, nelle ultime ore, valutazioni differenti, che hanno ritenuto eccessivo intervenire con un provvedimento governativo ad-hoc, nonostante il riconosciuto valore simbolico dell’iniziativa. Stando a quando si legge, ad ogni modo da lunedì la RAI potrebbe trasmettere gli highlights delle partite del pomeriggio (il riferimento è alla Serie A). Questa serie di discorsi potrebbero portare Spadafora a lavorare per una modifica della Legge Melandri, ritenuta eccessivamente vincolante. Bisognerà però vedere se tutte le parti in causa mostreranno condivisione di visioni sul da farsi. L’obiettivo dei club è massimizzare i ricavi provenienti dai diritti tv e, a tal proposito, la Serie A ritiene ingiusta la mutualità verso le categorie minori: proprio questo potrebbe essere un motivo di contrasto con il ministro dello sport.