3 Giugno 2019

CASO PSB – Avv. Palma: “Il vero presidente della Juve Stabia era Petroni. Ho parlato a Ghirelli, ma…”

PETRONI JUVE STABIA PALMA – L’ex vice-presidente della Juve Stabia Giovanni Palma ha diffuso, in seguito alla conferenza del patron uscente del club Francesco Manniello, un comunicato in cui ha preso le distanze da lui e annunciato un esposto alla Procura Federale volto a far chiarezza sulla situazione del club. La Redazione di PianetaSerieB.it l’ha allora contattato per cercare […]

PETRONI JUVE STABIA PALMA – L’ex vice-presidente della Juve Stabia Giovanni Palma ha diffuso, in seguito alla conferenza del patron uscente del club Francesco Manniello, un comunicato in cui ha preso le distanze da lui e annunciato un esposto alla Procura Federale volto a far chiarezza sulla situazione del club. La Redazione di PianetaSerieB.it l’ha allora contattato per cercare di comprendere quali siano state le cause dell’acredine tra colui che possedeva il 33% delle quote societarie e lo storico presidente di Castellammare. La chiacchierata non ha potuto che vertere sulla torbida figura di Fabio Petroni, condannato per bancarotta fraudolenta e già noto alla cronaca calcistica per la vicenda Pisa, che esplose proprio durante il campionato di Serie B 2016/17. L’avvocato ha dipinto un quadro piuttosto fosco, che rischia di svilire l’impresa sportiva dei calciatori gialloblù.

“Inoltrerò un dossier alla procura, che dimostrerà che il reale presidente della Juve Stabia in quest’anno di Serie C era Fabio Petroni. Ieri Manniello ha rilasciato dichiarazioni generiche nella conferenza d’addio, le quali mi hanno dato molto fastidio. Secondo me è inaccettabile essere associato a quanto accaduto: ho provato a fare pulizia e tentato di far presente che personaggio fosse Petroni e ci ho dovuto rimettere anche le quote del club. Mi sono auto-estromesso attraverso un comunicato Facebook dopo aver ricevuto una contestazione fortissima il 27 aprile al “Menti” in occasione dello spareggio di Eccellenza Giugliano-Frattese. Ho dunque scelto di non fare l’aumento di capitale e di abbandonare la causa a se stessa. Andrea Langella, che ho portato a Castellammare come sponsor, è colui che l’ha effettuato al posto mio. Mi era stato detto che Petroni fosse in società solo perché arrivato prima di me in un frangente di estrema difficoltà, ma che a gennaio sarebbe stato esautorato e io avrei fatto il patron. Ero in vacanza ad Ortisei quando mi giunse il video (reso pubblico da poco) dei festeggiamenti nello spogliatoio in cui egli veniva definito il presidente del club. Io a quel punto ho contattato il ds Polito, preoccupato anche per le possibili conseguenze legali, e sono sorte le tensioni che hanno poi portato al gelo. In sintesi sono stati preferiti i suoi soldi alla mia serietà. Da tributarista, dico che l’aumento di capitale senza approvazione preventiva del bilancio fatto per tagliarmi fuori dall’asset societario è un obbrobrio giuridico che impugnerò. Secondo me la Procura Federale deve indagare su quanto avvenuto.

Aggiungo che il regista dell’operazione è stato Vincenzo Fogliamanzillo, commercialista che ha orchestrato anche quanto verificatosi a Pisa: a lui Manniello ha lasciato le quote, come detto ieri in conferenza. Ho avuto enormi divergenze con questa persona per l’impostazione del bilancio e ho preferito fare un passo indietro da uomo per bene, temendo ripercussioni anche penali. Si tratta dell’eminenza grigia che aleggia dietro tutta la vicenda. Gli organi di vigilanza sembrano piuttosto disattenti rispetto a ciò che sta accadendo, anche le dichiarazioni di Manniello avrebbero dovuto costituire motivo d’allerta. Com’è possibile che non tesserati che dovrebbero stare lontani dal calcio quali Petroni e Taverniti fossero presenti negli spogliatoi? A ogni partita, in teoria, ci sono persone tenute a controllare proprio queste dinamiche. Ho informato personalmente anche il Presidente di Lega Pro Ghirelli, ma non ha mosso un dito: adesso mi rivolgerò ad altri uffici.

Mi aspetto che Manniello attacchi pubblicamente la mia figura accusandomi di non aver effettuato l’aumento di capitale, ma non c’erano i presupposti con quelle dinamiche interne. Non ho potuto sottostare a persone che hanno corso il rischio di subire penalizzazioni: appena ho capito che Petroni sarebbe rimasto ho rassegnato delle dimissioni, mai accettate. Non conoscevo dall’interno il mondo del calcio e sto scoprendo un sistema allucinante: se la società non pagherà le conseguenze delle proprie azioni, questo sport è morto. Che senso ha arrivare in Serie B in questa maniera? La piazza avrebbe potuto accettare la permanenza in C, ma non digerirebbe altri tipi di complicazioni. Sembra che alla fine anche il gruppo di Petroni sia stato messo alla porta grazie a Langella, ma resta il fatto che lui è stato una figura chiave per la promozione. Sono convinto che parlare chiaro faccia il bene di Castellammare, per scongiurare un altro caso Pisa bisogna intervenire ora e forse si è ancora in tempo. Si è preferito non parlare subito per evitare di condizionare un gruppo che sportivamente ha compiuto un’impresa bellissima, ma ora bisogna esporsi e far indagare la Procura. Le norme per far sparire questa gente dal nostro calcio ci sono, basta farle rispettare.”

 

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