Cremonese, Piccolo: “Spero di fare il grande salto con questo club. Amo Napoli e tifo per gli azzurri. Messi o CR7? Il 10 blaugrana”
PICCOLO CREMONESE – Antonio Piccolo è l’uomo che ha dato il via alla rimonta di Carpi lanciando i grigiorossi nelle zone alte della classifica. Il fantasista della Cremonese si è raccontato alla Gazzetta dello Sport: «Non mi vorranno molto bene a Brescia ma quella è una squadra che mi porta fortuna. E spero che l’incantesimo […]
PICCOLO CREMONESE – Antonio Piccolo è l’uomo che ha dato il via alla rimonta di Carpi lanciando i grigiorossi nelle zone alte della classifica. Il fantasista della Cremonese si è raccontato alla Gazzetta dello Sport:
«Non mi vorranno molto bene a Brescia ma quella è una squadra che mi porta fortuna. E spero che l’incantesimo continui. Comunque con la stagione che hanno fatto si possono consolare. Hanno festeggiato pochi giorni fa, ma non verranno a fare brutte figure. Avranno tanti tifosi al seguito e la partita è molto sentita: sarà una battaglia. Noi dovremmo concentrarci solo sul nostro gioco. La vittoria col Benevento è stata quella della svolta perché da allora la fiducia è cresciuta, abbiamo cominciato a giocare con meno pressione e tutti abbiamo dato il meglio. Sono cresciuto come tutta la squadra. All’inizio della stagione ero infortunato e ho fatto un po’ fatica. Il problema più grave l’ho avuto a 18 anni, quando mi sono rotto il ginocchio. Mi è crollato il mondo addosso. A quell’età dopo un problema del genere sono tanti ragazzi che mollano. Io invece avevo una famiglia alle spalle che mi è stata vicino e per fortuna ero al Piacenza, dove hanno avuto la pazienza di aspettarmi. Da bambino mi piaceva molto l’archeologia. Magari mi sarei buttato su quel campo. Fare il calciatore porta via molto tempo. Io mi sono diplomato in ragioneria quando ero a Piacenza ma, anche a volerlo, andare avanti era impossibile visti gli impegni. Amo Napoli e sono anche un tifoso azzurro sfegatato ma lì non ci ho mai messo piede. Sono cresciuto nelle giovanili della Salernitana. Al Napoli ho anche segnato un gol in Coppa Italia, due anni fa quando era lo Spezia. Sono maturato, sto bene fisicamente e spero di fare il grande salto con la Cremonese. Se riuscissimo a raggiungere i play-off, può succedere di tutto. Ma non ho fretta, per la serie A posso anche aspettare la prossima stagione. Se qualcuno due mesi fa mi avesse detto che eravamo in lizza per la promozione l’avrei preso per pazzo. La società ha avuto grande merito in questa risalita. Il cavaliere Arvedi c’ha sempre incoraggiato, anche nei momenti più bui. Il Lecce è stata l’avversaria più forte che abbiamo affrontato, anche se al ritorno lo abbiamo battuto. È una squadra con un’organizzazione di gioco invidiabile. Il giocatore migliore è stato Donnarumma. Un attaccante che ogni anno riesce ad avere quella continuità realizzativa merita la Serie A. Tra Messi e Ronaldo scelgo il primo. Ha un talento straordinario, una velocità di esecuzione è una classe naturale. Un vero numero 10 per come lo intendo io. A Cremona gioco con il 7 perché il 10 era occupato da Paulinho. L’anno prossimo me lo riprendo. Per quanto riguarda il futuro non credo che farò l’allenatore: sei troppo solo. Resti a Cremona? Sono un uomo del Sud e mi piacciono il sole il mare. E poi sono abituato a mangiare un po’ più tardi. Ma questa è una città a misura d’uomo, perfetta per me, mia moglie Sara e mio figlio Santiago. Quando sarà il momento decideremo».