25 Gennaio 2019

ESCLUSIVA PSB – Pirazzini: “Foggia, Stroppa ha dato tanto e ricevuto poco. Spero in un applauso”

PIRAZZINI FOGGIA – Storico capitano del Foggia, club con il quale ha scritto una storia fatta di 424 presenze, Gianni Pirazzini ha legato la propria vita, in campo e fuori, alla piazza pugliese. Raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, l’ex centrocampista dei Satanelli ha commentato, tra le altre cose, il ritorno al Pino Zaccheria, questa […]

Giovanni Pirazini, e centrocampista del Foggia

PIRAZZINI FOGGIA – Storico capitano del Foggia, club con il quale ha scritto una storia fatta di 424 presenze, Gianni Pirazzini ha legato la propria vita, in campo e fuori, alla piazza pugliese. Raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, l’ex centrocampista dei Satanelli ha commentato, tra le altre cose, il ritorno al Pino Zaccheria, questa volta da avversario, di Giovanni Stroppa.

Foggia-Crotone non può essere considerata una partita come le altre. Giovanni Stroppa torna in una città alla quale ha dato tanto, nonostante l’epilogo della storia.

“Sono pienamente d’accordo con quanto hai detto: Giovanni Stroppa ha dato tanto e non è stato ricompensato alla stessa maniera dalla piazza. Ha riportato il Foggia in Serie B, con un ambiente a lui ostile, in quanto alla prima occasione utile, vuoi per un risultato negativo, vuoi per una vittoria sofferta, le critiche erano dietro l’angolo. A mio avviso non ha quindi lavorato nella tranquillità che necessitava, eppure nella finestra di mercato invernale della passata stagione, quando gli è stata fornita una squadra in grado di competere, ha disputato un grandissimo girone di ritorno, mostrando a tutti le proprie competenze. Fossi stato in lui, sarei andato via ugualmente, a prescindere da qualsiasi risultato o dinamica, perché non è il caso di rimanere in un contesto nel quale non si è ben voluti, nonostante vi siano dei tifosi che giustamente lo rimpiangono. Ho avuto modo di conoscerlo, lo stimavo da calciatore e posso dire di farlo in misura maggiore come persona, oltre che come allenatore. Spero che questa sera i tifosi dedichino a Stroppa un applauso, perché lo merita. Inoltre è giusto precisare che lo stesso Giovanni ha ribadito come non sia rimasto a Foggia perché messo nelle condizioni di andare via, altrimenti a mio avviso sarebbe rimasto, perché era innamorato di questa realtà”.

Il bar sport del ventunesimo secolo sono i social, dove i tifosi del Foggia hanno opinioni discordanti su Stroppa e l’accoglienza da riservare. Il suo punto di vista è chiaro, ma cosa vuole dire a chi invece ha un’idea negativa del tecnico?

“L’avversione della parte di tifoseria che hai citato nei confronti di Stroppa nasce a causa della vicinanza a Roberto De Zerbi, predecessore sulla panchina del Foggia, che non volevano venisse esonerato. Stroppa quindi fin dal primo momento non è stato accettato, seppur non avesse alcuna colpa di quanto successo. Parliamo di una figura importante, che ha sostituito degnamente De Zerbi vincendo il campionato, cosa non accaduta nel corso dell’esperienza dell’attuale tecnico del Sassuolo, che ritengo un altro professionista più che in gamba. Il tifo rossonero deve quindi prendere coscienza dell’importanza di Stroppa, che è riuscito a portare il club nel calcio che conta dopo ben diciannove anni”.

Si sfidano due squadre costruite per ben altre ambizioni. Quanto può destabilizzare uno spogliatoio il cambiamento dell’obiettivo di inizio stagione?

“Può sicuramente avere un peso importante. Sono sempre stato del parere che i successi vengano costruiti all’interno di quelle quattro mura: se c’è unione tra calciatori, si supera ogni avversità. Posso dare prova concreta: nella stagione 1975-1976 il nostro spogliatoio non era unito, non c’era amalgama nel gruppo e inoltre fu esonerato il tecnico Cesare Maldini. Al suo posto arrivò Roberto Balestri, una grande persona prima che un allenatore realmente capace, che prese da parte me e Giovanni Lodetti, una persona e professionista esemplare, e ci disse di trovare un punto d’incontro per uscire da quel tipo di situazione. Le cose migliorarono esponenzialmente e andammo a vincere il campionato, a testimonianza di quanto detto poco fa. Tornando all’attualità, da quello che si sentiva in giro credo che il Foggia abbia avuto problemi di spogliatoio con Grassadonia in panchina. Aggiungo, ma questo è solo un mio punto di vista, che la squadra sia stata costruita male del corso del mercato estivo, motivo per il quale adesso servono almeno 3-4 calciatori di una certa caratura, altrimenti c’è il rischio di lottare per la retrocessione, anche se non credo che ciò si realizzerà. Ritengo che siano necessari un portiere, un difensore e un paio di innesti a centrocampo, in modo da dare lustro all’organico, precario dalla mediana in giù”.

A seguito della polemica tra la famiglia e i tifosi del Foggia, Marco Carraro, che ha lasciato i Satanelli per sposare la causa Perugia, ha dimostrato notevole umiltà chiedendo scusa e spendendo parole al miele per la piazza. Come commenta l’accaduto?

“Devo dire che Carraro si è comportato da gentiluomo, smentendo le dichiarazioni della madre, il cui sfogo ritengo sia stato fuori luogo. Per il ragazzo questo è un vero e proprio lavoro, che può portarti improvvisamente a spostarti dall’altra parte del Paese e, in quanto tale, non deve accusare l’influenza dei genitori. La madre di Carraro ha quindi commesso un grosso errore, in particolar modo criticando la città di Foggia, in quanto non è assolutamente vero quello che ha detto. Ci tengo poi a sottolineare che parliamo di una piazza importante, dove tutti, in particolar modo le giovani promesse, vorrebbero giocare: alle volte, però, il campo dà una risposta diversa rispetto alle aspettative, ed in quel caso non può essere colpa della città”.

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