Reggina, i chiarimenti di Gallo: “Ci sarà un cambiamento totale, Taibi rimane”
REGGINA GALLO TAIBI – Luca Gallo, il patron della Reggina, è tornato a parlare in conferenza stampa, direttamente dalla sala stampa dello stadio Granillo, a seguito di un grave malore che lo ha colpito il mese scorso. La situazione societaria è alquanto traballante, con il mancato pagamento degli adempimenti e le dimissioni del dg Liriti, […]
REGGINA GALLO TAIBI – Luca Gallo, il patron della Reggina, è tornato a parlare in conferenza stampa, direttamente dalla sala stampa dello stadio Granillo, a seguito di un grave malore che lo ha colpito il mese scorso. La situazione societaria è alquanto traballante, con il mancato pagamento degli adempimenti e le dimissioni del dg Liriti, a tal punto che durante Reggina-Perugia, la Curva Sud ha esposto uno striscione per chiedere al Presidente chiarezza.
Le parole della lunga intervista sono state riportate da strettoweb.com:
“Grazie per essere venuti qui, numerosi. Volevo ringraziare tutti quelli che si sono preoccupati per il mio stato di salute, tutti coloro che mi hanno dedicato un pensiero carino, un pensiero di sostegno. Sono qua perché mi è arrivata voce, ma ovviamente sto ironizzando, che i sostenitori della Reggina abbiano bisogno di precisazioni, di chiarimenti. E quindi sono qui per i chiarimenti di rito, quello che devo. Non sto in ottima forma, mi dovrete scusare per questo. Provengo da un intervento piuttosto complicato e forse non è ancora finita, quindi cercherò di essere più esaustivo possibile per quello che mi concerne. Sto comunque abbastanza bene per poter rispondere chiaramente.”
“Lo stato di salute del club? E’ un discorso ampio. Frequentando la città in questi tre anni ho scoperto che c’è una parte sana di persone, con le quali si può discutere. E poi c’è una piccola parte che recepisce in maniera negativa qualsiasi cosa si possa dire. Mi rivolgo a quella parte sana di tifoseria. La Reggina, da bilancio pubblico, ha un debito, e questo è risaputo. Io sto qui per gestire questo debito che la maggior parte delle squadre del calcio italiano a livello professionistico ha, è acclarato. E più si sale e peggio è. La Reggina non è l’unica squadra che ha dei debiti nel calcio italiano. Il grosso del debito è con l’erario, INPS e IRPEF, derivante dal periodo del Covid. A fine dicembre è avvenuto in pagamento in un unica tranche e in quel periodo il campionato era fermo per Covid, anche noi siamo stati fatti a pezzi. Se non erro, il 75% del debito del club è quindi con l’erario. Una volta sanato, sanerà la Reggina dal grosso del debito. Ci sono tanti modi per farlo, non vedo tragedie. Tutti i modi per sanare il debito sono legali e raggiungibili. La tifoseria, o meglio la cittadinanza di Reggio Calabria, deve stare tranquilla da questo punto di vista. Il resto del debito va ad essere quantificato in pochi milioni di euro, che non credono possano essere un problema per un club che ha investito 22 milioni di euro in tre anni. Non capisco perché si possa mettere in dubbio questo genere di cose, in tre anni problemi di questo tipo non ce ne sono mai stati.”
Sulla penalizzazione per i mancati pagamenti del 16 febbraio: “I due punti di penalizzazione verranno comminati, anzi non so ancora perché non siano arrivati, ma faremo ricorso per essere riammessi al pagamento. La FIGC è un mondo a parte, a statuto speciale come la Valle d’Aosta, nessuno può contestare le regole. In ordine civile c’è un articolo di legge, ma bisogna vedere se per la FIGC vale. Secondo me bocceranno il ricorso, mi hanno dato solidarietà, ma poi basta. Punto. Bocceranno il ricorso. E a quel punto troveremo altre strade. Io ho mandato la richiesta per poter posticipare di qualche giorno il pagamento. Se tu mi bocci il ricorso e mi lasci i due punti, allora io mi avvalgo della facoltà di pagare come me lo consente la Legge e non come fa la Figc.”
Sulle possibilità di cessione o nuovi soci: “Non c’è stato nessuno che si è presentato da me per dirmi che vuole entrare in società o vuole un aiuto. Nessuno. Questo lo posso assicurare. Invito chiunque l’avesse fatto, perché non l’ha fatto, a dirlo pubblicamente. Questa è la verità dei fatti. In Serie B ci sono diverse squadre che sono sostenute da fondi esteri. Ma chi investe nel calcio? Uno degli scemi sono stato io, senza l’aiuto di nessuno. Senza l’aiuto di fondi. Ce ne sono modi per investire e aumentare il proprio capitale, ma nel calcio non è possibile. Io ho investito da solo 22 milioni di euro. Quante cose avrei potuto fare con questo denaro? Ogni tanto ci penso. Io li ho messi su una squadra di calcio. Se io avessi un fratello nelle stesse condizioni gli direi: ‘lascia stare’. La prima cosa che le banche italiane ti dicono è: ‘non vogliamo investire nel calcio’. Io avrei ricevuto chiunque con educazione. Il mio impegno continua. Gli obiettivi sono sempre gli stessi, per me, sono quelli che avevo da quando sono arrivato alla Reggina. Mi prendono in giro per la frase che dissi il giorno della presentazione: ‘non c’è problema di soldi’. Che problema ci può essere per uno che investe 22 milioni di euro? Allora non c’erano, poi è arrivato il Covid e sempre io da solo ho sostenuto, con i miei soldi e non con quelli del fondo svizzero, tutto. E’ un dato oggettivo che prima c’era una situazione e ora un’altra. Ci sono modi e modi di gestire una società di calcio. Quello precedente al Covid è legato ai 22 milioni di euro, ma la mia inesperienza me ne ha fatti buttare tanti, e quello successivo. Da giugno si tirerà una riga, anzi un solco, col passato. Si gestiranno le cose in maniera diversa, più oculata. Per me è un fatto positivo. Ci saranno diverse novità.”
“Se mi sono pentito di aver preso la Reggina? Mi hanno detto che ero venuto qui da Roma per prendere in giro una città intera. A questo punto dico che no, non mi sono pentito. Non ho problemi a versare soldi all’erario, lo farei con una normalissima rateizzazione, ma vediamo. Che poi quei due punti di penalizzazione sono legati al periodo del Covid in cui non c’era niente, gli stadi erano chiusi e non c’erano entrate.”
“Ci sarà un cambiamento totale. Fare calcio in quel modo lì, investendo in tre anni 22 milioni di euro, non ti porta troppo avanti, ma solo un pochino. Io l’ho capito solo dopo, prima non ci avevo pensato. Gestire una società di calcio in un altro modo è anche questo, ma alla fine ci ho rimesso io perché i soldi erano i miei. E’ per questo che traccerò una linea profonda. Un esempio pratico è Giraudo, precedentemente Rivas. Sto cominciando a muovermi così. Il futuro di una squadra di calcio, di un club, passa proprio da questo ragionamento. Negli ultimi mesi me lo chiedo sempre.”
Sui Direttori Generali: “Io sono a Roma e lavoro dal lunedì al sabato dalle 7 di mattina alle 20-20.30, a volte dimentico di andare anche in bagno. Mi serviva una persona di competenza e di fiducia, non ho mai trovato una crasi delle due cose, o era una o era l’altra. Tranne Vincenzo Iiriti, tutti erano esperti di calcio. Tempestilli ha dato le dimissioni lui e continuo ad avere rispetto per lui. Non avevamo caratteri compatibili, però. Mangiarano aveva un curriculum di tutto rispetto, ma ci sono state delle problematiche. Io sono a Roma e mi arrivano dei feedback. Iiriti la prima volta se n’è andato, poi l’ho incontrato in Aeroporto e mi ha chiesto se poteva rientrare, e poi sapete tutti quello che è accaduto adesso. Io cosa ci posso fare? Ho cercato di ricucire la cosa, poi venerdì scorso mi è arrivata una Pec con le dimissioni. Ho paura solo a pensare ad un nuovo Dg, ma il prossimo dovrà avere un curriculum blindato, sperando che vada bene. Che poi tutta questa gente mi è rimasta sul contratto, fino all’ultimo. Tempestilli è un signore, però: ha dato le dimissioni. E anche Iiriti.”
“C’è un problema di comunicazione che deriva da tante cose. Da tifoso io vivevo il mondo del calcio come chissà che cosa, quando non ero Presidente. Tante volte però succedono delle cose per mancanza di comunicazione o mancanza di comunicazione esatta. Il 99% delle decisioni di un certo livello, a livello economico, le prendo io. Il modus operandi proviene sempre da me. La Reggina per me sentimentalmente è la cosa più importante, ma non la prima cosa a livello gestionale, perché lavoro tutto il giorno e c’è altro da gestire, altrimenti la Reggina non esisterebbe.”
“Se dovessi dare un valore economico al club? Per quello che penso io non basterebbero 200 milioni di euro. Che valore si dà a un figlio? Non ci ho mai pensato e nessuno me l’ha mai chiesto. Io non lascerò le cose a metà, non sono uomo da fare questo. Costi quel che costi, per me. Se dovessi farlo sarebbe la più grossa delusione della mia vita. Io sono venuto qui per un motivo. Se qualcuno pensa che vado via e mollo, allora non ha capito con chi ha a che fare.”
Se si continua ancora con Stellone? “Ha fatto un ottimo lavoro. Prima che morisse mia madre io sono andato al ritiro della Reggina, prima di Terni. Ci ho parlato col mister e di lui mi aveva colpito la sua carica positiva. Ho parlato per mezz’ora e ha riso sempre. E’ un ottimo allenatore. Ho pensato che con la sosta ci scambierò due parole, il discorso più lungo che ho fatto è stato oggi, da quando sono tornato a Reggio. Cambi nei quadri dirigenziali? Taibi rimane.”
“Per Reggina-Cosenza spero di vedere più tifosi possibili allo stadio, per passare una bella giornata, un bell’evento. Mi piacerebbe vedere il Granillo pieno, una buona cornice di pubblico.”