Il regno della possibilità ha sede a Perugia
È noto che il calcio affondi le proprie radici nella più totale incertezza: capita che da una deviazione di una conclusione, magari effettuata in equilibrio precario, dipendano le sorti di un intero anno di programmazione e lavoro duro e, in egual misura, da una brutta vittoria la valutazione di un inizio di campionato ben giocato. […]
È noto che il calcio affondi le proprie radici nella più totale incertezza: capita che da una deviazione di una conclusione, magari effettuata in equilibrio precario, dipendano le sorti di un intero anno di programmazione e lavoro duro e, in egual misura, da una brutta vittoria la valutazione di un inizio di campionato ben giocato. Questa regola non scritta è valsa per il Perugia di Cristian Bucchi che, lunedì sera contro la Spal, ha ottenuto il primo bottino pieno al sesto tentativo utile.
Struttura davvero articolata quella della rosa del Grifo, costruita nel segno di una varietà così marcata da rendere la sessione di mercato appena conclusa attribuibile a Pindaro, almeno per chi del calcio è abituato a parlare attenendosi alla gelida carta. Il ds Roberto Goretti, invece, si è mosso senza mai sollevare la testa dal rettangolo di gioco ed ha allestito una squadra col cui materiale umano si può dar forma tangibile alle idee tattiche più diverse tra loro. Risulta singolare che sia proprio un ex bomber come Bucchi, abituato a pensare soltanto al gol, il moderatore di quello che si configura come un regno della possibilità: a lui spetta l’onere di far esplodere calciatori come Nicastro (2 gol in 3 presenze stagionali), Zapata, Ricci e Buonaiuto, di trovare la giusta collocazione a Zebli, Guberti o Dezi e di conseguenza di responsabilizzare come ministri dell’equilibrio in campo e nello spogliatoio i Volta, i Del Prete e i Bianchi.
Chi ricorda l’ex attaccante di Ascoli e Napoli per le 10 sconfitte e il solo pareggio in 11 giornate in Serie A alla guida del Pescara, alla notizia dei 3 punti conquistati in 5 giornate, avrà pensato ad una scelta tecnica errata da parte del patron Santopadre; l’allenatore, tuttavia, ha compiuto un lungo processo di maturazione in Lega Pro con la Maceratese, testimoniato dalla splendida cavalcata dello scorso campionato, arrestatasi solo di fronte al Pisa di Gattuso, ed il calcio propositivo espresso dal club umbro ne è una dimostrazione inoppugnabile.
Scampato qualsiasi pericolo di esonero per Bucchi ed invertita la rotta emotiva delle prime partite, ora l’occasione per il Perugia è davvero ghiotta: con la giusta sinergia tra giocatori, staff e società ci sono le carte in regola per stupire la concorrenza della cadetteria e riemergere con tutto il proprio potenziale inesplorato da una classifica ancora acerba che potrebbe fungere da ulteriore stimolo per un costante miglioramento.