Vicenza, Rosso: “In A nel giro di tre anni. Faremo un mercato mirato”
ROSSO VICENZA SERIE A – Quando ha fatto il bilancio della stagione appena conclusa, il presidente Stefano Rosso ha parlato di asticella da alzare per il Vicenza. E’ una strategia aziendale, quindi di famiglia. Ci sono da aspettarsi grandi cose. Questa la sua intervista alla Gazzetta dello Sport: Conferma che siete ripartiti in questa ottica? “Assolutamente […]
ROSSO VICENZA SERIE A – Quando ha fatto il bilancio della stagione appena conclusa, il presidente Stefano Rosso ha parlato di asticella da alzare per il Vicenza. E’ una strategia aziendale, quindi di famiglia. Ci sono da aspettarsi grandi cose. Questa la sua intervista alla Gazzetta dello Sport:
Conferma che siete ripartiti in questa ottica?
“Assolutamente sì, dobbiamo migliorarci sapendo che sarà un campionato ancora più competitivo. Ci sarà da divertirsi. Il nostro mantra è quello di migliorarci sempre”.
Dopotutto, da tre anni state crescendo…
“La strada è tracciata, dobbiamo proseguire. Il nostro approccio è sempre stato di cauto entusiasmo. Vogliamo vincere ma nel calcio bisogna saper programmare e gestire, non fare un exploit di uno o due anni e poi dover ripartire da zero”.
Cosa vi ha insegnato il primo anno di B?
“Il campionato è molto bello e mai scontato. Mi sono divertito tantissimo. A me non piace fare i campionati banali, sempre meglio lottare fino all’ultimo: mi piace la competizione”.
Vicenza è esigente: quando si potrà parlare di Serie A?
“Quando saremo posizionati tra le prime cinque. Non vogliamo illudere i tifosi, siamo chiari e trasparenti: in A ci vogliamo arrivare nel giro di tre anni, ma lo sport regala sempre sorprese, nel bene e nel male. Diciamo che ci piacerebbe andare ai playoff, ma dobbiamo sudare”.
C’è un calciatore in particolare che vi intriga?
“A me piacciono i giocatori con la cazzimma, che mordono il campo. E qualcuno c’è già: Lanzafame, se riusciamo a tenerlo, sarebbe un bel colpo perché ha dimostrato di avere quelle qualità. Siamo poco inclini ai giocatori estroversi e poco costanti”.
Il vostro Vicenza però sta prendendo un’identità forte.
“Ci piacciono i giocatori bandiera, che rappresentano la società, magari cresciuti nel settore giovanile. Anche in società, o con Di Carlo: vogliamo portare avanti la vicentinità”.
Di Carlo per restare ha fatto qualche richiesta particolare?
“No, ci siamo chiariti su quello che vogliamo fare e quello che ci serve e l’ho visto molto carico: penso che stia soffrendo in vacanza e voglia tornare in fretta a lavorare”.
Che mercato farete?
“Un po’ di spazio c’è. Non sarà un mercato alla Monza, ma mirato. Il Venezia non ha fatto tante operazioni, le poche sono state fatte bene ed è stato premiato. Inseriamo elementi per fare il salto di qualità”.
In ogni caso puntate a una crescita in tutti i settori…
“Abbiamo migliorato lo stadio e i campi di allenamento, il centro sportivo sarà pronto a settembre. In un momento così bisogna dare segnali di coerenza: gli investimenti vanno fatti perché ci teniamo, ma con moderazione e dando il giusto valore al denaro”.
Sempre ricordando la figura di Paolo Rossi.
“La sua scomparsa è stata l’unica nota dolente della stagione scorsa. Avevamo puntato su di lui, faceva parte del cda e ci aiutava a portare avanti il progetto: ci manca tanto, speriamo di onorarlo al meglio”.
Quando tutto tornerà alla normalità, bisognerà riportare il pubblico negli stadi.
“Stiamo facendo diverse riflessioni. Con i tifosi potremo migliorare i nostri risultati. Al momento è difficile pensare agli abbonamenti, andremo nella direzione di pacchetti di biglietti. Navigheremo a vista. Di sicuro lo stadio vuoto è triste, bisogna ricreare ambienti sicuri con un numero di persone tale che consenta allo spettacolo di proseguire”.
Magari, visti i playoff di C, tornerà il derby col Padova..
“Fare più derby è interessante, l’importante è vincerli noi”.
In Italia aumentano le proprietà straniere. E’ un bene?
“Ho vissuto negli Usa, so come gestiscono i club: ben vengano se ci aiutano a migliorare, ma pagheranno lo scotto di non capire le nostre dinamiche”.
Suo padre Renzo cosa dice?
“Lui ha sempre fretta, vorrebbe avere già la squadra pronta e in ritiro. E’ la sua forza: non guarda al presente ma al futuro. E’ carico. E se è carico lui…”.