Salernitana, ecco cosa non va nel trust: Benevento pronto, Cittadella e Monza alla finestra
SALERNITANA SERIE A – Come riportato ieri, la FIGC ha bocciato la soluzione ideata da Claudio Lotito per consentire alla Salernitana la regolare iscrizione al prossimo campionato di Serie A. Il trust, come strutturato attualmente, non è stato considerato blind, espressione che nel gergo tecnico identifica l’indipendenza necessaria a fare in modo che non vi […]
SALERNITANA SERIE A – Come riportato ieri, la FIGC ha bocciato la soluzione ideata da Claudio Lotito per consentire alla Salernitana la regolare iscrizione al prossimo campionato di Serie A. Il trust, come strutturato attualmente, non è stato considerato blind, espressione che nel gergo tecnico identifica l’indipendenza necessaria a fare in modo che non vi siano legami con la proprietà precedente, oltre che con la Lazio.
Il trust, dunque, va modificato: è stato fissato un vero e proprio ultimatum, oltre il quale i campani dovranno salutare la massima serie, ed è il prossimo sabato alle ore 20. Il tutto precederà il Consiglio Federale del 7 luglio, dove ci sarà la pronuncia definitiva sul fatto. La Salernitana si è già espressa in merito, ma quest’oggi La Gazzetta dello Sport entra nel dettaglio delle criticità del trust: i problemi sorgono nell’atto costitutivo che, si legge, stabilisce un «numero di componenti pari» fra trustee, i soggetti chiave del trust, e i cosiddetti «guardiani», tutori della proprietà. «Guardiani» che hanno sostanzialmente la possibilità di sfiduciare il trustee, una prerogativa che la Figc chiede di rimuovere.
Lo snodo cruciale, ad ogni modo, è quello della mancata indipendenza economica del trust, che mancherebbe dato che la vecchia proprietà ha previsto di lasciare poco o niente, basando la futura solidità economico-finanziaria del club nelle mani della rata dei diritti televisivi, fattispecie considerata ambigua dalla Federcalcio, dato che i trustee potrebbero essere costretti ad alzare il telefono e chiedere aiuti, anche indiretti, a Lotito e Mezzaroma.
Altra indicazione proveniente dalla FIGC: tutti i soggetti, amministratore unico e trustee, devono sottoscrivere una dichiarazione di indipendenza impegnandosi ad avvertire la Federcalcio di ogni elemento che possa far venir meno la fondamentale terzietà. Ulteriore tema, quello dei famosi 6 mesi entro i quali vendere: nell’atto costitutivo del trust si parla di un’ipotesi di
proroga di 45 giorni, ma questo deve avvenire solo eccezionalmente e per consentire «l’esecuzione di accordi vincolanti già perfezionati», quindi l’operazione cessione dovrà essere in quel momento compiuta. In conclusione il prezzo, dove la FIGC non ha fatto giri di parole: il trustee dovrà avere il potere di ridurlo per poter arrivare alla cessione.
Ovviamente non mancano compagini che osservano la dinamica della faccenda: il Benevento, NOIF alla mano, tornerebbe in Serie A con l’esclusione della Salernitana, ma anche Cittadella e Monza sono alla finestra e in attesa di novità. In questi ultimi due casi, regolamento alla mano, è veramente complesso che ci possano essere evoluzioni simili a quelle ipotizzate per i campani.