Offensivismo al potere: le mosse di Stellone per riportare il Palermo in A
STELLONE PALERMO A – Uno dei motivi che ha spinto Maurizio Zamparini a sollevare dall’incarico Bruno Tedino è sicuramente rintracciabile nel sistema di gioco. Il Palermo delle prime giornate non ha mai variato il copione tanto caro all’ex mister del Pordenone, quel dogmatico 3-5-1-1 che già lo scorso anno aveva limitato lo spazio di un calciatore come La Gumina. Nel primo scorcio di stagione […]
STELLONE PALERMO A – Uno dei motivi che ha spinto Maurizio Zamparini a sollevare dall’incarico Bruno Tedino è sicuramente rintracciabile nel sistema di gioco. Il Palermo delle prime giornate non ha mai variato il copione tanto caro all’ex mister del Pordenone, quel dogmatico 3-5-1-1 che già lo scorso anno aveva limitato lo spazio di un calciatore come La Gumina. Nel primo scorcio di stagione si era notata una bizzarria tattica attuata per far coesistere i colpi di Falletti e lo stato di forma eccelso di Trajkovski. Il 10 uruguayano, infatti, si è disimpegnato nel ruolo di mezzala per permettere al macedone di agire alle spalle di Nestorovski. Ciò è solo uno dei tanti esempi del sacrificio di talento compiuto per preservare l’integrità di uno schieramento che non ha mai dato alla squadra rosanero i risultati sperati in termini di classifica.
A differenza dello scorso anno, tuttavia, il patron del club siciliano non ha potuto tollerare la rinuncia alla doppia punta: se l’ora attaccante dell’Empoli si presentava come un prospetto dalla discutibile affidabilità, George Puscas è stato un acquisto pesante del mercato estivo. L’idea che solo uno tra lui e Nestorovski, trattenuto in rosa nonostante molteplici richieste, potesse ricoprire i gradi del titolare è stata una di quelle più deleterie per la riuscita del progetto Tedino. Il ritorno di Stellone, se da un lato dava ampie garanzie sulla compatibilità dei due bomber ai suoi ordini, dall’altro gettava più di un ombra sulle prospettive dei due trequartisti. L’allenatore che ha regalato la prima promozione in A al Frosinone senza mai ricusare il granitico 4-4-2, però, è sbarcato in Trinacria con inaspettata duttilità. All’esordio vittorioso col Crotone, infatti, ha schierato un 4-3-1-2 puro, garantendo libertà di svariare tra le linee a Trajkovski. Anche se la prestazione del giocatore non è stata pregevole, il segnale lanciato è piuttosto incoraggiante: il Palermo ha un reparto offensivo di categoria assolutamente superiore e la possibilità di disporne a pieno, variando schemi e calciatori a seconda degli avversari, può farne lievitare l’imprevedibilità.
La sensazione è che fino ad oggi l’organico sia stato poco consapevole del proprio reale valore, costretto ad un modulo accorto non confacente alle caratteristiche dei singoli. Una nuova era sta giungendo grazie a Stellone, il quale ha mostrato l’intelligenza necessaria per abbracciare il credo sopito dei suoi ragazzi: l’offensivismo.