Tra alti, bassi, critiche ed elogi Stepinski resta un elemento chiave per le ambizioni del Lecce
Dopo una partita come Cittadella-Lecce è davvero complesso esprimere un giudizio riguardo la prestazione di Mariusz Stepinski. La fantastica coordinazione al volo per la conclusione poi respinta da Kastrati è una singola faccia della medaglia del primo tempo, l’altra è rappresentata dal facile colpo di testa a pochi metri dal portiere appena sfiorato e indirizzato ben lontano dalla […]
Dopo una partita come Cittadella-Lecce è davvero complesso esprimere un giudizio riguardo la prestazione di Mariusz Stepinski. La fantastica coordinazione al volo per la conclusione poi respinta da Kastrati è una singola faccia della medaglia del primo tempo, l’altra è rappresentata dal facile colpo di testa a pochi metri dal portiere appena sfiorato e indirizzato ben lontano dalla porta. Anche la sventagliata chirurgica e intelligentissima che ha messo Massimo Coda nelle condizioni di siglare la sua doppietta a fine frazione è stata oscurata dal contropiede in campo aperto sprecato a inizio ripresa, pesante come un macigno nell’economia del 2-2 finale dell’incontro. Luci e ombre si alternano senza soluzione di continuità, rendendo difficile il compito di discernere le une dalle altre.
Una singola gara, nel caso del venticinquenne attaccante polacco, pare quasi la riproduzione in miniatura di quella che sino a oggi è stata la sua carriera. Dall’esordio nella propria Nazionale ancora minorenne alla parentesi tutt’altro che entusiasmante all’Hellas Verona, dal primo campionato col Chievo Verona da inatteso protagonista al secondo, da titolare indiscusso, vissuto in costante apnea e culminato con la retrocessione. Stesso andamento altalenante, incostante, illeggibile il calciatore lo sta confermando anche nel corso dell’avventura salentina in Serie B. Se la doppietta al “Via del Mare” contro il Pescara sembrava lanciarlo definitivamente verso una stagione di alto profilo, l’anonimità con cui ha giocato nel corso del mese di dicembre ha generato discussioni anche inerenti alla sua titolarità nello scacchiere del tecnico Eugenio Corini.
Molti degli equivoci sulle prestazioni del ragazzo nascono, probabilmente, da equivoci di carattere tattico. La struttura fisica adeguata per il ruolo di prima punta ha plasmato nella mente di chi lo osserva la convinzione che il centro dell’attacco sia il suo habitat naturale. La compresenza di un altro calciatore ibrido, anche se certamente più freddo in zona gol, come Coda ha alcuni effetti molto positivi e altri decisamente meno. Se la squadra giallorossa riesce a indirizzare la partita, la capacità di entrambi di eseguire diversi compiti negli ultimi 25 metri si rivela un’arma vincente e spesso risolutiva. Gli avversari non hanno mai punti di riferimento e sono frequentemente sorpresi dai cambi di posizione tra i due favoriti anche dagli inserimenti costanti dei compagni. Quando però le sfide si svolgono in maniera diversa e il punteggio resta a lungo bloccato, si avverte l’assenza di uno stoccatore definitivo e la media gol tutt’altro che trascendentale di Stepinski lo espone a valutazioni non proprio entusiastiche.
Fossilizzarsi unicamente sulla freddezza nei pressi della porta è, tuttavia, ingeneroso nei confronti di un ragazzo che si è calato con umiltà nella realtà del campionato cadetto e ha messo a disposizione dei compagni un campionario di caratteristiche e qualità abbastanza variegato e certamente utile. Lavoro sporco, pressione sul portatore di palla, intensità, rifiniture di livello, corsa e ripiegamenti. Bisognerebbe forse accettare semplicemente che sia categorizzabile come seconda punta? La media gol avuta pressoché sempre e le ultime apparizioni lo indicano in modo piuttosto evidente, ma certe etichette non è semplice staccarsele di dosso. A Lecce il calciatore ha una chance da non fallire ed è chiamato a mostrare passi in avanti decisi e indiscutibili sul piano della maturità. Da diversi errori tecnici si comprende come, dopo il declassamento in B, nonostante un atteggiamento corretto in campo l’autostima non è ancora quella necessaria. Questa stagione il polacco deve viverla come un trampolino e non come una sentenza, lo stesso deve fare l’intera realtà salentina che ha ancora negli occhi e nella testa la retrocessione di pochi mesi fa.
Gli ingredienti per una totale rinascita che culmini nella promozione ci sono tutti, è necessario però ora scrollarsi ogni zavorra superflua. La Serie B è più competitiva che mai, serve spirito combattivo per domarla e tornare in quella che legittimamente è percepita come la propria dimensione.Mariusz Stepinski è uno degli elementi più preziosi al fine di raggiungere lo scopo prefissato, l’ambiente deve comprenderlo meglio e lui ha il fondamentale incarico di dare continuità al suo calcio. Per la categoria si tratta di un profilo in grado di fare la differenza, ora ciò va confermato di turno in turno sul terreno di gioco.