Lecce, Sticchi Damiani: “Che la società non voglia salire in A è una barzelletta. Su Corini…”
STICCHI DAMIANI LECCE SALIRE – Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce, ha tenuto una conferenza stampa assieme a tutta la dirigenza giallorossa. Ecco le sue parole, che analizzano il passato e spaziano tra presente e futuro, riportate da CalcioLecce.it: “Grazie per essere qui oggi, siamo ancora una volta ospiti del Palazzo BN, a casa del nostro socio […]
STICCHI DAMIANI LECCE SALIRE – Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce, ha tenuto una conferenza stampa assieme a tutta la dirigenza giallorossa.
Ecco le sue parole, che analizzano il passato e spaziano tra presente e futuro, riportate da CalcioLecce.it:
“Grazie per essere qui oggi, siamo ancora una volta ospiti del Palazzo BN, a casa del nostro socio De Picciotto, ha voluto ospitarci. Questo è un segnale del suo attaccamento alla città che lo ha ospitato e dove ha fatto calcio insieme a un gruppo di coraggiosi soci che tra sacrifici e difficoltà hanno rilevato il club. Finita una stagione, si fanno delle analisi interne che si cerca di fare in modo oggettivo. E’ importante che le analisi vengano portate a conoscenza di stampa e tifosi per far capire il senso delle scelte e le linee guida della stagione che sta per iniziare: numeri, limiti e opportunità. E’ meglio parlare per non dare adito a interpretazioni,
Cerco di essere sintetico ma dettagliato. Dall’anno scorso abbiamo proposto pubblicamente un progetto pluriennale, abbiamo parlato di tre anni per poter vedere concretamente i frutti di un percorso che andava costruito dalle fondamenta. L’orizzonte temporale minimo è di tre anni. Non vuol dire che tra tre anni andiamo certamente in A e non vuol dire che non si può andare prima. I campionati sono fatti di vicende di gioco che possono svoltare. L’unica cosa oggettiva è che in tre anni questo percorso tecnico avrà dei frutti. Dissi anche che se ci fosse stata l’opportunità di accelerare i tempi avremmo provato a cogliere la promozione. Il lavoro compiuto è stato straordinario e abbiamo sfiorato la promozione in A, sfuggitaci tramite stagione regolare e playoff. C’erano tutte le condizioni per andare su, ci siamo consumati per provare a raggiungere l’obiettivo, il sostegno è stato costante. C’era un premio per la squadra. Il direttore generale Mercadante ha detto che questo era il premio più alto mai depositato in Lega per un obiettivo, in più avremmo anche raddoppiato dei contratti.
La società non vuole salire è una barzelletta. I giocatori si giocavano la crescita, e non esistono società al mondo che non vogliono salire. In A ci sono introiti per 50 milioni e ora la B è povera. E’ un’interpretazione ridicola che va stroncata. I complottisti sono pochi ma ci sono, è una cosa che penso e la voglio dire. Negli ultimi mesi non ho dormito la notte e abbiamo fatto di tutto per raggiungere l’obiettivo. Faccio un passo indietro, il progetto tecnico si è ancorato sul responsabile Pantaleo Corvino, è lui che traccia le linee guida tecniche, è lui che garantisce la continuità. Gli interpreti per raggiungere l’obiettivo possono cambiare, l’unica continuità è il direttore tecnico. Non c’è da meravigliarsi se alcuni cambiano nel momento in cui si rivelano non consoni agli obiettivi.
Quest’anno è stato fatto tanto perché in due sessioni di mercato abbiamo acquisito giocatori che tutta Europa c’invidia. Questi ragazzi sono protagonisti, hanno giocato stabilmente. Penso a Rodriguez, Gallo, Hjulmand, Bjorkengren, Henderson. Tutti si sono consacrati con noi. Penso alle 15 e oltre acquisizioni a titolo definitivo per la Primavera e l’Under17, italiani e non, al fine di rinforzare un settore giovanile già creato con ragazzi del territorio da Gennaro Delvecchio. Molti di questi li vedremo in Prima squadra, non solo della Primavera ma anche dell’Under17. La Primavera si giocherà l’occasione di andare in Primavera 1, un campionato importante dove nemmeno tutta la Serie A è rappresentata. L’Under 17 è prima nel suo girone e la prima squadra, con questi giovani ha fatto un campionato di vertice.
Faccio un excursus. Il percorso viene da anni in cui c’è stato un lavoro egregio in C e B. In A abbiamo perso un’occasione dal punto di vista del patrimonio tecnico che avremmo potuto costruire e non abbiamo costruito. Sono trasparente e onesto. In A abbiamo perso un’occasione, si può retrocedere all’ultima giornata ma non può succedere che con un budget di 30 milioni non ci è rimasto granché. Solo Gabriel e Gallo che abbiamo acquisito a zero. Tutto il resto si è disperso. I big di questo campionato c’erano dalla B precedente. La A ha portato una retrocessione che ci può stare ma non abbiamo arricchito il patrimonio tecnico per 30 milioni. Della formazione della Serie A l’unico rimasto è Gabriel. Dati di fatto.
Poi ho sentito parlare del paracadute. E’ fumo negli occhi. Se non accompagnato da patrimonio tecnico è poco. La SPAL può vendere Petagna, il Brescia Tonali e Torregrossa. Il paracadute è utilizzato per pagare stipendi di calciatori rimasti dalla A alla B e e tenuti a libro paga. Ogni mese dobbiamo pagarne gli stipendi e la quota da dare alle squadre da cui abbiamo fatto l’acquisto. Il nostro paracadute è stato quindi dimezzato. Le risorse quest’anno necessitavano di un ulteriore versamento dai soci, è come se il paracadute non ci fosse stato. Le cessioni fatte, su richiesta dei calciatori, sono frutto di un mercato povero. Petriccione e Falco, con turbolenze annesse, non hanno portato grandi risorse. In più la Stella Rossa non ha rispettato gli accordi e ci sarà un contenzioso all’UEFA per inadempienze da parte dei serbi.
La stagione da costruire era dura, non c’era nessun paracadute milionario e non c’erano risorse provenienti dal mercato. Il lavoro fatto è stato difficile e i miei soci hanno lottato al mio fianco. Queste persone fanno tantissimo per il Lecce, come anche i collaboratori amministrativi. C’è Corvino poi alla mia destra, gli abbiamo chiesto gli straordinari. Quando è tornato al Lecce stava parlando con altre società più importanti e lui, per la voglia di tornare a casa, mi ha detto sì e ha dimostrato col lavoro costante di aver accettato questa sfida al massimo. Grazie a lui abbiamo rinunciato a dei calciatori per potenziare strutture e medici, con idee e fantasia, date da lui, siamo sani.
Abbiamo parlato tanto dei mal di pancia dei calciatori avuti quest’anno. Legittimamente, dei calciatori volevano restare in A e abbiamo fatto delle guerre con il direttore. Non è frequente che società importanti e blasonate si ritrovano a lottare in alto. Io ho avuto paura di dover lottare per non retrocedere per tutto quello che ho visto. Mi dicevo ‘se non teniamo botta lottiamo per non retrocedere’. Non mi scorderò mai che, dopo la sconfitta col Pisa, avevamo per la gara col Vicenza, Pettinari col mal di schiena. Al ragazzo abbiamo proposto un triennale a settembre ma lui riteneva di dover guadagnare di più e ha rifiutato. Senza una squadra si è poi giunti alla ricerca di acquirenti poi non manifestatisi. Avevamo perso col Pisa e col Vicenza, in casa, oltre a lui col mal di schiena, Falco non si rese disponibile. Perdevamo 1-0 e se avessimo perso quella gara secondo me avremmo lottato per non retrocedere. Entrò un ragazzo preso per giocare un po’ con la prima squadra un po’ con la primavera e fece 2 gol. Rodriguez ci guidò anche nella rimonta con l’Empoli, dopo che ci surclassarono per 70 minuti. I ragazzi ci hanno dato dei valori che penso questo gruppo aveva perso. Da lì siamo partiti per cullare il sogno della Serie A. Da lì non si parlava più con l’io, parlavamo con il noi. Costruimmo due opportunità per andare in A e purtroppo le abbiamo mancate.
La vicenda umana di Mancosu ha acuito la situazione. L’abbiamo gestita col silenzio. Non ci siamo fatti mancare nulla. Abbiamo analizzato le ragioni degli obiettivi mancati e, al di là del singolo episodio, dato che un calcio di rigore segnato cambia la stagione, abbiamo pensato di poter fare una scelta differente per la guida tecnica. Rispetto al progetto triennale era opportuno cambiare. Cercare un capro espiatorio è una lettura semplicistica, si scelgono tante cose per crescere e, con l’ennesimo sacrificio economico, si fa una scelta dopo un’analisi oggettiva e tecnica. Nessuno gioca al gioco delle responsabilità. Vogliamo crescere e vincere e le scelte vanno fatte in questo senso. Anche sui giocatori andranno fatte queste valutazioni.
La mancata promozione ci costa un danno di 40-50 milioni, ci fa male da tifosi e dirigenti. Noi abbiamo il rammarico che per l’iscrizione al campionato dobbiamo mettere anche altre risorse di tasca nostra. Se vai in A queste pendenze sono garantite, se non vai in A vanno versate. In questi giorni di silenzio abbiamo fatto questo. Abbiamo ottemperato al pagamento di tasse, stipendi e altre somme da versare. Oltre al dolore dei tifosi c’è il dolore economico dato da questa società.
Ora passiamo alla nuova stagione. Bisogna continuare a crescere come stiamo facendo anche se le risorse sono limitate. Se l’anno scorso avevamo un terzo del paracadute, ora non c’è neanche quello. Il momento è di crisi, non ci sono incassi di sponsor, spettatori. Il margine di errore è minimo e in tutto questo chiediamo al responsabile dell’area tecnica di patrimonializzare mettendo giovani di qualità e di proprietà. Sarebbe facile prendere 20 prestiti. Il ridimensionamento profondo c’è in tutta la Serie B, c’è chi fa fatica ad iscriversi. La realtà va vista. Con intelligenza dobbiamo continuare a costruire con un budget contenuto e investendo su strutture. Abbiamo fatto un nuovo campo e una nuova palestra quest’anno, dobbiamo lavorare con oculatezza. Quest’anno mi ha fatto piacere sentire da Cristian Maggio dei complimenti per la nostra organizzazione per strutture, mezzi ed efficienza. Sentirlo da un calciatore che è arrivato in Nazionale mi fa orgoglioso. L’obiettivo di quest’anno è quindi la crescita, farlo con oculatezza e acquistando giovani di proprietà.
Sono contento di essere qui insieme a tutti i soci, è accaduto raramente a causa degli impegni lavorativi di De Picciotto, che comunque ha sempre aiutato il club. Oggi ho il piacere di vedere i soci, gente per bene che ha fatto sacrifici. Dietro di noi non ci sono fondi internazionali, siamo le facce che vedete adesso. Partecipiamo come persone fisiche e non come società occulte. Siamo soci dell’US Lecce così. Abbiamo ristrutturato lo stadio, l’altro giorno abbiamo firmato la convenzione per lo stadio.
Dico qualcosa sul Via del Mare. Spero che questa sia un’opportunità, l’amministrazione si è messa a disposizione e vanno risolte dei problemi. Lo stadio è vecchio e i lavori di straordinaria amministrazione non potevano essere fatti per mancanza di risorse. Pur non spettando al Lecce, abbiamo speso 3 milioni per i lavori che dovevano essere fatti dal Comune. Ci siamo impegnati poi per fare altri lavori mettendo altri 2,9 milioni. Abbiamo quindi messo 5,9 milioni per una struttura cittadina che cadeva a pezzi. Un domani ci sarà di nuovo il pubblico proveremo a recuperare dei soldi disegnando un modello che vede il Via del Mare ospitare eventi di musica e spettacolo. I nuovi lavori interesseranno la Tribuna Est.
Abbiamo inventato il modello M908 e il Lecce Program, che in Italia ci stanno copiando. Le perdite sono state ripianate con fondi personali, serve equilibrio soprattutto nel calcio col Covid. Oggi i bilanci sono da tenere d’occhio e il Lecce deve stare attento. Ho chiesto pochi giorni fa a Renee De Picciotto, con cui è nato un rapporto personale di cui sono contento, qualcosa in più rispetto a questi anni. L’impegno dei soci non è mai mancato. Ho chiesto a Renee un impegno maggiore per la sua esperienza, i suoi rapporti con le banche e la sua capacità imprenditoriale. Gli ho chiesto più presenza, dato anche che nei prossimi mesi dovremmo rinnovare CdA e consiglio sindacale. Renee ha il 39 percento della società ora e gli ho chiesto una presenza in termini fisici nel CdA. Vi dico questo per smentire tutte le voci che lo vedevano lontano da Lecce. La sua presenza significherà un impegno ulteriore per noi, ma sarà un impegno che rafforzerà il club. Sono queste le novità da cui partiremo per questa nuova stagione, con rigore ma con entusiasmo. Rivogliamo i tifosi, speriamo di costruire una squadra che sappia divertire rendendo i tifosi orgogliosi dell’impegno. Vogliamo un Lecce di giovani terribili con qualche senatore pronto a dare la mano. Saluto i tifosi, so la sofferenza per la lontananza e ringrazio tutti per il sostegno, gli ultrà che ci hanno incoraggiato.”