Venezia, credere nel sogno e trasformarlo in realtà
VENEZIA SERIE A Stagione 2019/2020 Niki Mäenpää – Cinque presenze tra Championship (seconda divisione inglese) e FA Cup con la maglia del Bristol City Cristian Molinaro – Salvezza con il Venezia Pietro Ceccaroni – Salvezza con il Venezia Marco Modolo – Salvezza con il Venezia Pasquale Mazzocchi – Retrocessione con Il Perugia Anthony Taugourdeau – Retrocessione […]
VENEZIA SERIE A
Stagione 2019/2020
Niki Mäenpää – Cinque presenze tra Championship (seconda divisione inglese) e FA Cup con la maglia del Bristol City
Cristian Molinaro – Salvezza con il Venezia
Pietro Ceccaroni – Salvezza con il Venezia
Marco Modolo – Salvezza con il Venezia
Pasquale Mazzocchi – Retrocessione con Il Perugia
Anthony Taugourdeau – Retrocessione con il Trapani
Domen Crnigoj – Tre presenze con il Lugano (stagione tormentata da una miriade di problemi fisici)
Youssef Maleh – Salvezza con il Venezia
Mattia Aramu – Salvezza con il Venezia
Francesco Di Mariano – Annata cominciata con il Venezia e terminata con la retrocessione con la Juve Stabia
Francesco Forte – Retrocessione con la Juve Stabia
Si presentava così l’undici titolare del Venezia che ieri sera ha conquistato la Serie A. Un passaggio, quello qui riepilogato, che Paolo Zanetti ha recentemente sottolineato, non per ridimensionare un gruppo di calciatori sicuramente qualitativo, bensì per porre il legittimo accento sul percorso che i lagunari hanno regalato ai tifosi e agli appassionati che, in questa stagione, ne hanno apprezzato il calcio offerto.
Un organico di giocatori per la maggior parte non abituato a competere per certi obiettivi ma che, con il sacro mantra del lavoro e la capacità di saper ascoltare, ha cancellato con ardore e veemenza ogni previsione e ha regalato alla piazza la massima categoria dopo diciannove anni. C’è chi parla di miracolo, ma tale sostantivo è probabilmente esagerato in relazione alla necessità di sottolineare come questo traguardo sia stato costruito con impegno, dedizione e coinvolgimento da ognuna delle parti in causa. Paolo Zanetti si è dimostrato un tecnico in ascesa e che farà parlare di sé per le qualità tattiche e umane che ha donato ai suoi ragazzi. Ha saputo plasmare una squadra a sua immagine e somiglianza con l’ausilio di due strumenti: conoscenza e parola. Il primo, fondamentale per migliorare; il secondo, fondamentale per saper comunicare.
Non è un caso che tanti tesserati lagunari abbiano, a più riprese, evidenziato l’importanza del gruppo, che ha guidato le azioni del sodalizio veneto in quest’annata. Un insieme di persone che hanno sposato le idee dell’allenatore, ne hanno percepito la bontà e, con rara compattezza e sicurezza, le hanno utilizzate come armi per battagliare con identità e qualità su ogni campo. Il Venezia è partito senza proclami, con il sorriso a segnare il volto ma senza biglietti aerei per voli pindarici e dalle tratte all’apparenza esagerate. Partita dopo partita è emersa agli occhi di tutti una realtà tattica costruita su principi di gioco definiti e camaleontici, che hanno elevato la sommatoria delle parti, ed è giusto pensare che sia questo il compito di un allenatore, fattispecie che viene ben prima del risultato. Zanetti (circondato da un sublime staff) ha migliorato i propri calciatori e, seppur la gioia per il traguardo ora stia legittimamente monopolizzando le menti e i cuori, dovrebbe essere fiero (e siamo sicuri che lo sarà) anche di questo.
Una squadra divertente, cinica, consapevole. Una squadra che, sotto 1-2 al 106′ nel corso dei Quarti di Finale Playoff contro il Chievo, ha la freddezza di entrare in porta con il pallone grazie a scambi intrisi di qualità e fiducia nei propri mezzi. Una squadra che, nel match di ieri, ha sicuramente subito l’ottimo Cittadella ma ha dimostrato, contestualmente, di saper essere anche belligerante e combattente. Una squadra che è stata tante squadre: questo è il Venezia, ed è giusto che la prossima fermata sia la Serie A.