Lecce-Salernitana, il doppio ex Ventura: “Strade opposte per la A”
VENTURA LECCE SALERNITANA – Scontro importantissimo quest’oggi al Via del Mare in chiave promozione: alle ore 19 si affrontano infatti Lecce e Salernitana, in una partita che promette scintille. Il doppio ex delle due squadre Gian Piero Ventura ha parlato della gara e non solo sulle pagine della Gazzetta dello Sport: Che partita sarà? “Si scontrano […]
VENTURA LECCE SALERNITANA – Scontro importantissimo quest’oggi al Via del Mare in chiave promozione: alle ore 19 si affrontano infatti Lecce e Salernitana, in una partita che promette scintille. Il doppio ex delle due squadre Gian Piero Ventura ha parlato della gara e non solo sulle pagine della Gazzetta dello Sport:
Che partita sarà?
“Si scontrano due filosofie opposte: la squadra organizzata che ha l’attacco più forte, grande tecnica e gioca con un 4-3-1-2 offensivo contro quella che bada al soldo e cerca il risultato con un 3-5-2 che dà solidità”.
Corini e Castori, due modi diversi di puntare alla A, ma Lecce e Salernitana sono separati da un solo punto.
“La dimostrazione che in Serie B non c’è una sola ricetta vincente”.
L’eterno dibattito tra giochisti e risultatisti: lei dove si colloca?
“Sono discussioni che lasciano il tempo che trovano, conta avere gli uomini adatti per un certo tipo di calcio. E’ sempre stato così: l’organizzazione dal basso, di cui si parla tanto adesso, io la facevo trent’anni fa a Cagliari e poi a Bari con il portiere Gillet che aveva compiti particolari”.
Allegri ha detto: “Cosa vuol dire giocar bene? Io non l’ho ancora capito, se qualcuno me lo spiega mi metto lì e cerco di capire”.
“Sono d’accordo, giocare bene dipende da tanti fattori. Per esempio, diventa un azzardo pazzesco se si fa partire l’azione dal basso senza avere gli uomini giusti e lo si fa solo perché è una moda”.
Corini si è esaltato perché Pettinari contro il Chievo è andato in gol dopo 16 passaggi. Castori non lo farebbe mai…
“Dal suo punto di vista, è giusto. La Salernitana non segna molto ma capitalizza, Non prende gol da 7 giornate, 4 volte è finita 0-0. E’ stata costruita a immagine e somiglianza del suo allenatore. Ha giocatori pericolosi negli spazi”.
Non ci ha detto che partita sarà.
“Il Lecce sta bene, ha segnato 14 gol nelle ultime 4 ma avrà molte difficoltà davanti a una squadra concreta, che lascia pochissimi spazi, alza il muro e non fa ragionare gli avversari puntando su Djuric-Tutino”.
Cosa è rimasto della sua Salernitana?
“Di sicuro non il gioco visto che sono cambiati molti dei miei titolari. Oggi ce ne sono soltanto 4: Di Tacchio, Djuric,
Jaroszynski e CapezzI. Altri come Cicirelli sono in panchina. Credo che sia rimasta la mentalità, che ero stato chiamato a ricostruire dopo una stagione terribile chiusa con la salvezza al playout”.
Ma cosa non ha funzionato?
“Abbiamo pagato moltissimo il lockdown, siamo sempre rimasti in zona playoff, ripartire è stato difficile”.
La sua Salernitana era un capolavoro di equilibrio: 14 vittorie, 14 sconfitte, 10 pareggi, 55 gol segnati, 55 presi.
“L’equilibrio in realtà è figlio di troppi alti e bassi”.
Vuole ancora bene a Lotito come ha detto dopo un divorzio, un po’ movimentato?
“Certo, siamo amici”.
A proposito di amici: Corvino?
“Ha fatto buon lavoro, ha messo la squadra nelle condizioni di ripartire dopo la retrocessione. Ha scelto Corini senza perdere tempo e puntato su giovani interessanti come il regista Hjulmand e il terzino Gallo”.
Il Chievo insegna: non è mai semplice tornare subito su.
“Ne so qualcosa: il Lecce che ho portato in B veniva da una dolorosa retrocessione. E’ sempre una situazione complicata, bisogna ricaricare i giocatori, adattarsi alla categoria in tempi brevi”.
A proposito di diversamente giovani: che campionato sta facendo Maggio?
“Ha dato l’esperienza e le motivazioni giuste, nel Benevento giocava poco”.
Il suo Lecce ’95-97: doppio salto dalla C1 alla A. Un’altra era calcistica, non c’erano playoff.
“Davvero un mondo scomparso. Ricordo un’impresa eccezionale, i 10 mila tifosi a Cesena per la partita della promozione in A. Eravamo partiti con un solo giocatore di proprietà, Macellari, poi ne abbiamo presi 19, scelti uno per uno. Con i playoff è tutto più semplice, si può rimediare agli errori, il campionato si allunga”.
E’ rimasto in contatto con qualcuno di quel Lecce?
“Palmieri e Lorieri li sento ogni tanto, De Patre era con me a Salerno”.
Chi va subito in A?
“Oltre all’Empoli, una tra Lecce, Salernitana, Monza”.
Il suo futuro?
“Ancora da scrivere, in questi mesi mi hanno cercato anche dall’estero, ma ho detto di no: voglio partire dall’inizio, non prendere squadre costruite da altri”.