Salernitana, Ventura: “I tifosi ce l’hanno con la società, è un autogol. Su Cerci e la Serie A…”
VENTURA SALERNITANA – Gian Piero Ventura, tecnico della Salernitana, ha parlato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“. Ecco le sue dichiarazioni: “Dopo 10 anni ho ritrovato una B molto più equilibrata, al di là del Benevento che è fuori mercato. Il campionato è appena cominciato, la classifica la guardiamo a fine marzo. Siamo cresciuti […]
VENTURA SALERNITANA – Gian Piero Ventura, tecnico della Salernitana, ha parlato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“. Ecco le sue dichiarazioni: “Dopo 10 anni ho ritrovato una B molto più equilibrata, al di là del Benevento che è fuori mercato. Il campionato è appena cominciato, la classifica la guardiamo a fine marzo. Siamo cresciuti molto e siamo lì, sapendo che bastano due vittorie o due pari a cambiarti la vita. Il pareggio nel derby? La fiducia l’avevamo già, non siamo andati a giocare da sconfitti. Stiamo prendendo consapevolezza delle possibilità, creando uno zoccolo duro su cui costruire il futuro. Ho ritrovato una categoria più vivibile, corretta e organizzata. D’altronde se vuoi andare in Serie A devi avere un comportamento da Serie A.
Il Crotone ha fatto vedere un bel calcio, dico anche Stroppa. E ho scoperto giocatori che potrebbero stare inA: se avessi tra le mani Kingsley della Cremonese sarei felice. Ce ne sono tanti che mi piacerebbe poter crescere, come a Torino. Longo al Torino? Gli ho mandato un messaggio, sono felice per la grande occasione: sono certo che raddrizzerà la situazione.
Cerci? Era fermo da due anni, dimenticato da Dio. Mi serviva un giocatore di qualità ed esperto; era svincolato ed è venuto con uno stipendio di categoria. Se non ha più infortuni e disavventure, senza ansie, può ancora farci vincere, magari le ultime 5 partite.
Il mercato? In B conta il lavoro nella testa dei giocatori. Inutile prendere nomi importanti, meglio continuare con chi c’era. Chi dopo il playout non valeva nulla, ora ha 2-3 richieste dalla A. Mi aspetto un salto di qualità dalla squadra, non dal singolo. Abbiamo ancora margini di crescita. Ho avuto la pazienza per crederci sempre, anche nei momenti meno belli. Chi fa il mio lavoro deve essere ambizioso.
Gli allenatori più giovani e già mandati a casa? Per sfruttare le conoscenze bisogna avere idee, e le idee non hanno età. Devi metterle in pratica e occorre esperienza. Il risultato è la conseguenza di quello che fai e di quello che sei, non avviene mai per caso. L’episodio di Cittadella (quando Ventura lasciò la panchina prima della fine, ndr)? Non accetto la superficialità e il qualunquismo, dopo quel primo tempo non mi sono riconosciuto nella squadra: si può vincere o perdere, non si può sbagliare atteggiamento. La squadra ha capito.
Le pressioni? I tifosi ce l’hanno con la società, ma la cosa ricade su di noi ed è un po’ un autogol. Lotito oggi è sereno grazie alla Lazio e sono felice per lui. Questa piazza merita soddisfazioni.
Il flop con l’Italia? Discorso finito, ci sono stati qualche errore e tante scorrettezze. Quando tornerò a mettere il 44 di scarpe sarà tutto più chiaro. Perché ho accettato Salerno? Lotito mi ha chiesto una mano a ricostruire, dopo il playout, in un ambiente ostile. Lo stimo e ho accettato. E a titolo quasi gratuito.
Come ho diluito la rabbia? Stare in campo, lavorare. Mi sorprendo per l’entusiasmo che ho ancora, per come mi diverto. Il sacro fuoco è ancora vivo. Vincere il campionato? Sarebbe l’ottavo: mi comprerei una panchina e me la
darei da solo! Scherzi a parte, andare in Serie A sarebbe un’accelerata esponenziale per il percorso di questa squadra. Andare in A? Nel calcio, se uno vuole, può“.