Cittadella, Venturato: “Mi auguro che si riprenda. Serie A? Un’ambizione”
VENTURATO CITTADELLA – Roberto Venturato, tecnico del Cittadella, si è raccontato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“: “Il primo pensiero va alle persone che conoscevo e che sono venute a mancare, come l’ex presidente della Pergolettese o l’ex medico del Pizzighettone. Sembrava impossibile che un virus potesse fermare il mondo, invece ci sta portando […]
VENTURATO CITTADELLA – Roberto Venturato, tecnico del Cittadella, si è raccontato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“: “Il primo pensiero va alle persone che conoscevo e che sono venute a mancare, come l’ex presidente della Pergolettese o l’ex medico del Pizzighettone. Sembrava impossibile che un virus potesse fermare il mondo, invece ci sta portando a costruire riflessioni più attente e a ripensare alla quotidianità. Quella nuova è fatta di maggior condivisione.
Ho scoperto la tecnologia a cui avevo sempre dato poco peso. Aiuta ad accorciare le distanze, lo farà anche in futuro. Mi sta aiutando in certi lavori calcistici e la settimana prossima avrò anche un incontro virtuale con altre persone per parlare di calcio dal punto di vista dell’allenatore. I miei calciatori? Li sento telefonicamente, uno per uno. Si meritano un applauso perché hanno continuato a lavorare ogni giorno pur senza avere case o attrezzi così adeguati. Qualcuno anche in garage pur di stare al programma. Fare calcio è un’altra cosa, ma ciò che stanno facendo è passione vera.
Sono una persona positiva e resto tale, ma guardando la mia Cremona impaurita certi pensieri mi vengono. Spero però che alla fine prevarranno coraggio e speranza. Quale insegnamento sto ricevendo? Le persone faranno sempre la differenza, l’uomo sarà in grado di fare qualcosa per migliorare questo mondo.
C’è voglia di riprendere e di mettersi in gioco con tutta la sicurezza possibile. Mi auguro che ci sia la ripresa in maniera tale da poter fare calcio a tutti gli effetti.Allenarsi due alla volta non è il massimo, ma sarebbe un segnale per la ripartenza. Siamo partiti molto male, forse avevamo dato per scontato certe cose. Poi lavorando abbiamo ripreso un certo tipo di calcio, quello che vogliamo. Non completamente perché in casa non siamo stati capaci di mostrare tutto il potenziale. Nello sport bisogna cogliere le occasioni e noi non le abbiamo colte tutte.
L’epilogo della scorsa stagione? Bisognava ritrovare gli stimoli, abbiamo reagito come gruppo e come società. Come immagino la ripresa del campionato? Complicata, con poco tempo
tra una gara e l’altra. Mai come in questa situazione sarà fondamentale avere tanti giocatori sulla stessa linea. Noi costantemente ai playoff? Non c’è niente di scontato. Esiste la capacità della società, del direttore Marchetti e del gruppo sul campo di riprendere ogni volta il percorso. Il Cittadella è la dimostrazione che si può fare calcio in un certo modo, che si può pescare giocatori italiani validi dalle categorie inferiori e che si può avere un bilancio in ordine.
La Serie A? È un’ambizione a cui aspirare sapendo che non è facile. Parte dalla voglia di voler costruire qualcosa che lasci il segno. Penso spesso al momento in cui rivedrò i miei calciatori. E mi sale dentro un’emozione che è difficile spiegare“.