Benevento, Vigorito: “Un KO può essere una pedana da cui ripartire”
VIGORITO BENEVENTO – Oreste Vigorito, presidente del Benevento, ha parlato al termine del match perso dai sanniti col Cosenza. Queste – riprese da OttoPagine.it – le sue dichiarazioni: “Mi dispiace per la cornice di pubblico che finalmente è tornata al Vigorito. Mi dispiace per quei tifosi che, a parte me, hanno lasciato le famiglie in […]
VIGORITO BENEVENTO – Oreste Vigorito, presidente del Benevento, ha parlato al termine del match perso dai sanniti col Cosenza. Queste – riprese da OttoPagine.it – le sue dichiarazioni:
“Mi dispiace per la cornice di pubblico che finalmente è tornata al Vigorito. Mi dispiace per quei tifosi che, a parte me, hanno lasciato le famiglie in vacanza per sostenere i propri calciatori. Non ricordavo una serata così bella da qualche anno come sostegno. Poi siamo andati calando per vari motivi come la pandemia o la crisi di povertà che sta venendo fuori. La società si è impegnata per questo. La proroga degli abbonamenti è per consentire a chi non era in città di poter sottoscrivere la tessera. In passato ho fatto troppe questioni che nel calcio non c’entrano molto. Anche in questa proroga ho dimostrato quanto ci tenga a questa città: vedere lo stadio pieno, la curva così unita e compatta mi ha spinto per venire in televisione a ringraziarli. Hanno avuto la pazienza di sostenerli fino alla fine, poi i fischi alla fine è giusto che ci siano quando la squadra li merita. Per questo dispiacere posso continuare a dire alla tifoseria che la società c’è e che non lascerà nulla d’intentato per permettere a questa squadra di fare un campionato competitivo. Non c’è nessuna arrendevolezza. Probabilmente paghiamo lo scotto di una squadra rivoluzionata, con degli inserimenti che devono ancora amalgamarsi. Un po’ di pazienza, non troppa, ci vuole sempre. Tornare a casa amareggiati è comprensibile. Non vorrei perdere la prima parte dello spettacolo che ci ha visto tutti insieme fare lo spettacolo. Quando i fischi sono fatti nei modi giusti, il primo a fischiare sarebbe Vigorito”.
Ho detto che il calcio è cambiato, non è come quello di qualche anno fa. Essendo diventato un vero e proprio business, stanno arrivano in Italia forze finanziarie che renderanno difficili gli sforzi di società come la nostra. Non siamo in condizione di poter competere con questi fondi che primeggiano al mondo con patrimoni di 50 miliardi di dollari. Se non torniamo al calcio di una volta, almeno noi provinciali, siamo destinati a soccombere. La mia è stata una scelta di natura manageriale. Ho chiesto di ringiovanire la squadra perché molti calciatori che avevamo erano arrivati. Altri non hanno manifestato piacere di restare con la nostra piazza. Non ho ringiovanito la squadra per abbandonarla, ma ho chiesto di fare una squadra più giovane. Ho preso dei ragazzi che portassero una ventata di freschezza. Con la semifinale persa col Pisa si era concluso il ciclo di molti calciatori. I ragazzi che sono arrivati sono stati scelti dal tecnico e dal direttore sportivo. Il mio giudizio va sui comportamenti, sugli aspetti tecnici ci sono degli uomini che lavorano con me che possono dirlo fino a prova contraria. Abbiamo fatto una schifezza di precampionato. Questo innesto di gioventù, su una squadra che ha 6/7 calciatori che hanno almeno cinquanta presenze in serie A. Non abbiamo preso calciatori di Eccelenza. Ho il compito di sorvegliare e di capire subito se ci sono cose che non vanno bene. Se dovessi sbagliare i tempi, la colpa è mia. Abbiamo 28 calciatori, col terzo budget di stipendi di tutta la serie B. Abbiamo anche il terzo pubblico della serie B. Abbiamo il dovere di ricambiare chi ci paga e quelli che ci vengono a vedere”.
Un ko può essere una pedana da cui si può partire. Questi ragazzi lavorano in maniera seria. Forse a volte si deve capire che occorre cambiare mestiere. Evidentemente qualcuno ha sbagliato a fare i calciatori. Vediamo se le teorie che mi stanno dicendo sull’intensità del lavoro svolto sono vere. Dobbiamo togliere l’amarezza, capire velocemente le problematiche e intervenire. Facciamo finta che non siamo partiti, vorrei vedere la stessa curva alla prossima partita. Vediamo a Genova che succede. Ho parlato alla squadra e gli ho spiegato la differenza tra un calciatore, un uomo e un dipendente del Benevento Calcio”.