Benevento, Vigorito: “Vogliamo essere l’Atalanta del Sud. Inzaghi? Benedico il nostro primo incontro”
VIGORITO BENEVENTO – Mai banale Oreste Vigorito, presidente del Benevento che, per portare in alto il club, ha dimostrato per l’ennesima volta di saper trovare il giusto mix tra razionalità economica e passione sportiva. Ecco l’intervista rilasciata dal numero uno giallorosso al Corriere del Mezzogiorno: “È sempre facile capirli dopo gli errori, bisognerebbe accorgersene prima. […]
VIGORITO BENEVENTO – Mai banale Oreste Vigorito, presidente del Benevento che, per portare in alto il club, ha dimostrato per l’ennesima volta di saper trovare il giusto mix tra razionalità economica e passione sportiva. Ecco l’intervista rilasciata dal numero uno giallorosso al Corriere del Mezzogiorno: “È sempre facile capirli dopo gli errori, bisognerebbe accorgersene prima. Ma nessuno è infallibile, io ho imparato però. E se torniamo tra i grandi – riporta tuttobenevento.it – ci rimarremo. Venti milioni di fatturato sono il nulla rispetto ai 500 della Juventus. Noi sette milioni di incassi allo stadio li facciamo in un anno, al Milan e all’Inter basta il derby.
La nostra scalata dalle serie inferiori al calcio che conta non è un miracolo, ma il frutto di un lavoro serio mio e del mio staff. Il segreto, alla fine, sa qual è? Lavorare nel calcio non diventando mai come il calcio. Parto dai calciatori e dall’abitudine che hanno a sentirsi privilegiati e assoluti protagonisti di un mondo dorato. Chi è al Benevento deve sentirsi “normale”, dare tutto per la maglia e per l’orgoglio. Poi so io come premiare. Domenica scorsa, dopo il pari con la Salernitana, ho dato comunque il premio partita ai ragazzi. Non lo fanno mica tutti i presidenti?.
Inzaghi? Benedico il momento in cui l’ho incontrato la prima volta, grazie al suggerimento del mio prezioso direttore sportivo Pasquale Foggia. Era estate. Ho chiamato tre allenatori, più o meno famosi, ma in quel momento erano in vacanza. Per quelli che fanno calcio le vacanze sono sacre, ma chi lo ha stabilito? Quando cercai Pippo era appena arrivato a Formentera, il giorno successivo prese un traghetto, un aereo e mi raggiunse. Andammo al ristorante e per tutta la durata del pranzo mi sentii quasi in disparte. Pippo e Pasquale parlavano tra di loro, mai notai un atteggiamento come dire di piaggeria da parte di Inzaghi verso il presidente. Loro due immaginavano la squadra, facevano nomi di possibili calciatori, armeggiavano con coltelli e forchette sul tavolo simulando il campo e il modulo. Soltanto alla fine Pippo disse: presidente, sempre se lei è d’accordo. Fu il momento in cui decisi che loro due avrebbero portato il Benevento in alto.
Sud rappresentato in Serie A solo da Napoli e Lecce? Non è una questione di Sud o Nord, ma di un calcio che non viene riformato. Di distribuzione di diritti televisivi iniqua. Di risorse che mancano e quindi di strategie finanziarie che attengono alla disponibilità del club. Poi è chiaro, le difficoltà del territorio (e ci sono) si riflettono in tutti gli ambiti economici, e dunque nel calcio.
Il Benevento calcio ha portato alla ribalta nazionale una cittadina che meriterebbe di essere più presente, di avere maggiore attenzione. Mastella ha assecondato le nostre richieste, ma ha avuto le mani legate. Dopo due anni di trattative ancora non abbiamo firmato la convenzione per lo stadio. Quando arrivammo era inagibile, lo abbiamo rimesso a posto, adesso se non è un gioiellino poco ci manca.
Vogliamo essere l’Atalanta del Sud. Poi ci scontriamo con le strutture che mancano. Ma non mi arrendo facilmente. Consolidarci in Serie A? Certo, siamo già al lavoro con Inzaghi e Foggia. Stavolta non vendo i big per poi vederli primeggiare altrove.