16 Aprile 2020

Benevento, Vigorito: “La salute prima di tutto, ma il calcio è un’industria come le altre”

VIGORITO BENEVENTO – Oreste Vigorito, presidente del Benevento, ha toccato diversi temi rilevanti nel corso di un’intervista rilasciata a “Il Messaggero“. Ecco quanto apprendiamo da ottopagine.it: “Abbiamo conquistato un vantaggio considerevole in classifica. Oggi tutti dicono che meritiamo di salire. Spero che chi deciderà sia coerente. Il consiglio direttivo della Lega B ha dato mandato  […]

VIGORITO BENEVENTO – Oreste Vigorito, presidente del Benevento, ha toccato diversi temi rilevanti nel corso di un’intervista rilasciata a “Il Messaggero“. Ecco quanto apprendiamo da ottopagine.it: “Abbiamo conquistato un vantaggio considerevole in classifica. Oggi tutti dicono che meritiamo di salire. Spero che chi deciderà sia coerente. Il consiglio direttivo della Lega B ha dato mandato  al presidente Balata di comunicare che per noi la soluzione migliore è finire la stagione. Decideranno i dirigenti e il governo.

Danni economici? Ci sono già, bisogna evitare che diventi una catastrofe. Il calcio non è fatto solo di quel 10% di campioni che guadagnano cifre fantastiche ma comprende milioni di persone che, grazie ad esso, mettono insieme uno stipendio per sostenere la famiglia. È un’industria come le altre che contribuisce per 2 miliardi di euro di tasse l’anno alle casse dello Stato. Per questo non capisco chi dice: ci sono cose più importanti del calcio. Ovviamente la salute viene prima di tutto, anche delle fabbriche di auto, delle acciaierie e del commercio.

Fallimenti? Solo in serie A, con quei diritti tv e quelle sponsorizzazioni, si può raggiungere una certa autosufficienza. In realtà come il Benevento, se non c’è il patron che con la sua industria sostiene il club non si può andare avanti. Nei nostri stadi non si fanno incassi record. Anche se noi abbiamo 8mila abbonati e siamo dei privilegiati. A voce ho avuto tantissimi attestati di tifosi che per quello che avevamo fatto in campo sono disposti a non chiedere il rimborso, perché si sentono già ripagati. Ma è chiaro che siamo pronti o a scontare la quota non fruita sul prossimo abbonamento o anche a devolvere la cifra in aiuto di qualche ente o associazione che in caso sceglieremo insieme a loro.

C’è una commissione di scienziati che sta mettendo a punto un protocollo per garantire la sicurezza per i calciatori il cui posto di lavoro è il campo. Quindi, si giochi in sicurezza come devono poter lavorare in sicurezza gli operai di Fiat, Eni, Telecom. Ho letto anche dei 2,5 miliardi messi a disposizione dalla Fifa che, con Figc e Leghe, può venire in aiuto. Al resto ci penseranno i ragazzi in campo: sono giovani e forti. Non li voglio mandare al massacro, ma nemmeno tenere sotto una campana di vetro“.