ESCLUSIVA PSB – Zamuner: “SPAL da playoff, con il Como può essere la sorpresa. Accostamento al Palermo? Un onore, se arrivasse una chiamata…”
ZAMUNER ESCLUSIVA PSB – Dopo due entusiasmanti giornate già andate in archivio, il campionato di Serie B si appresta a entrare gradualmente nel vivo. Per analizzare gli spunti più interessanti scaturenti dalle primissime battute del torneo, la nostra redazione ha raggiunto in esclusiva Giorgio Zamuner, esperto e stimato dirigente sportivo, reduce dall’importante avventura da responsabile […]
ZAMUNER ESCLUSIVA PSB – Dopo due entusiasmanti giornate già andate in archivio, il campionato di Serie B si appresta a entrare gradualmente nel vivo. Per analizzare gli spunti più interessanti scaturenti dalle primissime battute del torneo, la nostra redazione ha raggiunto in esclusiva Giorgio Zamuner, esperto e stimato dirigente sportivo, reduce dall’importante avventura da responsabile dell’area tecnica della SPAL.
Appena due giornate andate in archivio, ma la Serie B 22/23 comincia già a regalarci degli spunti di riflessione decisamente notevoli. Dall’inattesa accoppiata Cosenza-Frosinone in vetta, passando per le difficoltà del Pisa fino al poco omogeneo rendimento delle big, ancora in attesa di carburare. Cosa gliene è parso di questi primissimi scampoli di cadetteria?
“In effetti, vedere il Cosenza in testa può essere considerata la più grande sorpresa fin qui. Un po’ meno il Frosinone, perché ha messo dentro giovani forti nell’arco del mercato e sta continuando a rinforzare il proprio organico con gente di esperienza come Mazzitelli e Sampirisi. Per quanto concerne le big, sono partite effettivamente un po’ a rilento, però, nel campionato di Serie B, i valori delle stesse alla lunga verranno fuori. Non credo ci siano grossissime sorprese salvo, come dicevo, la partenza super lanciata dei Lupi”.
La sua più recente esperienza professionale è maturata alla SPAL, club dal quale si è separato appena qualche mese fa. Innanzitutto, le chiedo: che società ha trovato, e che società ha lasciato, considerando anche le difficoltà derivanti dal passaggio di proprietà di appena un anno fa, che necessitavano di un, comunque fisiologico, periodo di assestamento?
“Sono approdato a Ferrara in un tangibile momento di difficoltà per il club, ancora scosso dalla precedente retrocessione e con, sulle spalle, diversi contratti decisamente pesanti da assorbire. Il periodo della pandemia non ha di certo aiutato: ha messo in difficoltà tutte le società, figuriamoci la SPAL che fa della propria, fantastica tifoseria un’arma micidiale. Siamo riusciti a tenere i conti in ordine, e il passaggio di proprietà a Joe Tacopina ha permesso al sodalizio biancazzurro di sistemare definitivamente il quadro economico-finanziario. Nella scorsa stagione ci era stato chiesto di mantenere la categoria: c’è stata un po’ di sofferenza in più del previsto, ma gli obiettivi, alla fine, sono stati tutti raggiunti tanto sul piano sportivo, che sul fronte bilancio, con la vendita di diversi calciatori che consentono oggi alla società di vivere in acque più che tranquille”.
Sul piano tecnico e sportivo, invece, gli estensi in queste settimane si sono rinforzati davanti con due attaccanti di spessore, ma reduci da alcune annate poco brillanti, come Moncini e La Mantia, oltre che con due innesti di assoluto spessore per mediana e trequarti come Maistro e Proia, allestendo una rosa che conta comunque diversi giovani interessanti. Che tipo di obiettivo può, a suo avviso, porsi la compagine emiliana, anche alla luce della sofferta salvezza dello scorso anno e dell’elevatissimo livello del torneo? Il confine tra la volontà di disputare un campionato ambizioso, e il rischio di doversi guardare le spalle, sembra essere molto sottile…
“La SPAL ha allestito una rosa omogenea e molto attrezzata mettendo dentro, soprattutto davanti, gente forte come quella che hai citato. A ciò, va aggiunto il fatto che siano rimaste pedine molto importanti come Salvatore Esposito, Meccariello, Zanellato e lo stesso – tanto chiacchierato – Dickmann. Penso che gli estensi abbiano allestito una squadra preparata per affrontare un percorso complicato come quello che li attende. Direi che i biancazzurri possano ambire a disputare un campionato da playoff”.
Da calciatore, invece, ha avuto modo di indossare la casacca del Como. Dopo una tranquillissima salvezza nella scorsa stagione, la sensazione è che il club lariano abbia deciso di alzare l’asticella e di sprigionare tutta la propria forza a livello economico-societario. Fabregas, Mancuso, Baselli, su tutti, come garanzie di un progetto orientato – almeno sulla carta – al raggiungimento della A in 2-3 anni: crede che vi siano i margini per poter giocare d’anticipo e puntare subito alla promozione? Quanto, e cosa, pensa eventualmente manchi ai lombardi per poter dare filo da torcere alle primissime della classe?
“Sicuramente, anche il Como si è mosso in maniera importante sul fronte trattative. Io credo che molte compagini, quest’anno, abbiano speso un po’ di più dei tradizionali standard, proprio in virtù del fatto che l’attuale Serie B si prospetti decisamente più impegnativa. I lariani vantano la proprietà più ricca del calcio italiano, e hanno effettuato degli investimenti di altissimo livello che vanno ad arricchire una base tecnica, e umana, che, già nella passata stagione, aveva fatto decisamente bene. Dal mio punto di vista, però, reputo che i massicci interventi della società siano diretta conseguenza, come dicevo, della maggior competitività del torneo. Il Como ha le potenzialità per poter essere una sorpresa, un po’ come la SPAL, ma penso anche che le tre retrocesse, piuttosto che le varie Benevento, Brescia, Parma e Frosinone abbiano qualcosa in più per ambire al salto di categoria”.
Recentemente – prima, ma anche a seguito, del terremoto tecnico che ha portato alle dimissioni di Silvio Baldini e Renzo Castagnini – era stato accostato al Palermo come potenziale successore dell’oramai ex direttore sportivo rosanero. Quanto c’è di vero a riguardo?
“Di concreto, sostanzialmente, non c’è stato niente. Il mio nome era rimbalzato anche poco dopo la fine dello scorso campionato, ma poi la società aveva giustamente deciso di ripartire dal team che aveva portato alla strepitosa cavalcata promozione dei siciliani, nel segno della continuità e dello straordinario lavoro svolto. Chiaramente, essere accostati al Palermo è un onore perché è una piazza importantissima e, se dovesse arrivare una chiamata, sarebbe un’opportunità unica e più che gradita”.
Classiche domande di rito per chiudere la nostra chiacchierata: chi vincerà il campionato? quale sarà la sorpresa, e quale il giovane da seguire con particolare attenzione?
“Mi sembra che, almeno sulla carta, la compagine più attrezzata possa essere il Genoa. Almeno al momento, perché manca ancora una settimana scarsa alla fine del mercato e non è detto che non possa esservi qualche trattativa last minute in grado di sovvertire questo mio personale pronostico. Come sorpresa, ribadisco, una tra SPAL e Como, mentre come giovane più interessante mi sento di dire Patryk Peda: difensore polacco, classe 2002, degli estensi che finora non ha trovato spazio, ma che ha dei margini di crescita enormi”.