Venezia, Zanetti: “L’obiettivo è la salvezza, ma sogniamo i playoff”
ZANETTI VENEZIA – Paolo Zanetti, tecnico del Venezia, si è raccontato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“: “Noi la sorpresa del torneo? Ci sta dai, siamo partiti bene, forse eravamo un po’inattesi in queste posizioni di classifica, ma siamo consapevoli di non aver fatto ancora assolutamente nulla, però chi ben comincia, è a metà […]
ZANETTI VENEZIA – Paolo Zanetti, tecnico del Venezia, si è raccontato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“: “Noi la sorpresa del torneo? Ci sta dai, siamo partiti bene, forse eravamo un po’inattesi in queste posizioni di classifica, ma siamo consapevoli di non aver fatto ancora assolutamente nulla, però chi ben comincia, è a metà dell’opera e così anche i giocatori hanno capito che siamo sulla strada giusta. I risultati sono importanti in questo momento storico anche per gratificare il grande lavoro effettuato dal club in estate per rafforzare la squadra con giovani interessanti, ma tre elementi di peso come Taugourdeau, Mazzocchi e Forte.
Una squadra deve avere un obiettivo preciso e realmente perseguibile, noi ci vogliamo salvare il prima possibile e sognare i playoff. Noi dobbiamo lavorare sempre per migliorarci in un campionato difficilissimo perché puoi perdere contro chiunque, ma è anche vero che giocando come stiamo facendo, possiamo battere chiunque. Conta conservare sempre l’equilibrio, l’abbiamo smarrito per un quarto d’ora a Reggio Emilia e abbiamo perso.
Ho sempre sono sostenuto che è l’interpretazione che conta più del modulo: noi in fase di non possesso, dobbiamo avere la fame di chi vuole salvarsi; ma quando il pallone è tra i nostri piedi, dobbiamo cercare sempre di colpire l’avversario. Il sottoscritto da sempre allenatore in pectore? È stato il mio sogno. Ho smesso a 32 anni, il ginocchio scricchiolava, ma potevo svernare ancora. È stata una scelta lungimirante scommettendo su me stesso, in 5 anni sono passato dalla Berretti della Reggiana alla Serie B, ma ho ancora tanta fame e tanta ambizione.
Credo che bisogna essere ambiziosi, senza diventare presuntuosi: sono due parole che riassumono quello che dobbiamo essere. Noi dobbiamo tenere sempre i piedi per terra, essere umili, perché nel momento in cui diventiamo presuntuosi, siamo vulnerabili. Meglio il mio inglese oppure l’italiano degli stranieri? Nessun dubbio, meglio io, anche perché un po’ di inglese lo masticavo e capisco le difficoltà che stanno incontrando, ma tutti seguono un corso a distanza e in campo i dettami tecnici li hanno già appresi.
Non ho social? Esatto, siamo al centro dell’attenzione tuttii giorni, almeno la vita privata deve rimanere tale, sono una persona riservata. Il momento più bello fuori dal campo? La nascita di mia figlia Rebecca, adesso ha due anni e mezzo, me la godo più che posso quando sono a casa con la mia compagna Alice, che ho conosciuto ai tempi del Torino“.