GdS – Livorno, Breda: “L’obiettivo resta la salvezza. Sul mercato…”
BREDA LIVORNO – Faro del Livorno, il tecnico Roberto Breda ha parlato a trecentosessanta gradi degli amaranto, come apprendiamo dall’intervista pubblicata sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport: “La Serie B è imprevedibile, i valori sono relativi e l’equilibrio regna sovrano. La difficoltà della cadetteria è mantenere la continuità. Squadre da vertice? È difficile. Ci sono […]
BREDA LIVORNO – Faro del Livorno, il tecnico Roberto Breda ha parlato a trecentosessanta gradi degli amaranto, come apprendiamo dall’intervista pubblicata sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport: “La Serie B è imprevedibile, i valori sono relativi e l’equilibrio regna sovrano. La difficoltà della cadetteria è mantenere la continuità. Squadre da vertice? È difficile. Ci sono le tre retrocesse, oltre Crotone e Cremonese, senza dimenticare il Perugia. Dovrei elencare mezza classifica.
Il Perugia? Oddo ha una squadra forte, l’ha dimostrato sia in Coppa che contro il Chievo, ma siamo carichi e vogliamo fare risultato.
Obiettivi stagionali? Meglio non fare proclami. Lavoriamo per mantenere la categoria, poi vediamo dove possiamo spingerci. La linea è quella dell’anno scorso, un percorso che migliori nel tempo consolidando un’identità.
Il mercato? Ogni mossa è condivisa con la società. Arriverà un attaccante importante. Stoian? Oltre a qualità tecniche, Adrian ha la capacità di coprire più zone, quindi lo utilizzerò in base all’impostazione nostra e degli avversari. Marsura? Sta bene ma va integrato. Mazzeo? Nella mezz’ora che ha disputato è stato propositivo, l’atteggiamento è quello giusto. È un calciatore fondamentale per noi.
Il modulo? Con i calciatori che abbiamo possiamo variare, poi magari le cose non vanno sempre come uno vorrebbe. Nell’ultima sfida non abbiamo rischiato tanto, ma dobbiamo creare di più per il tipo di sviluppo che ho in mente.
Il ballottaggio tra Zima e Plizzari? Sono due portieri forti. Lukas ha disputato un ottimo finale di campionato ed è giusto che gli venga riconosciuto. Alessandro sa che deve lavorare e, anche se non è tutto definito, non ci sono gerarchie fini a se stesse“.