Cremonese-Cosenza, la prima di tante finali per la salvezza dei Lupi
A cura di Mario Russo – Cremonese–Cosenza si preannuncia come uno dei match più importanti in ottica salvezza, reso interessante dalla condizione di classifica ma ancora di più dal ruolino di marcia delle due squadre. La Cremonese, capitolata contro l’imbattibile Benevento, può consolarsi con i tre punti conquistati nel recupero contro l’Ascoli, che hanno spedito […]
A cura di Mario Russo – Cremonese–Cosenza si preannuncia come uno dei match più importanti in ottica salvezza, reso interessante dalla condizione di classifica ma ancora di più dal ruolino di marcia delle due squadre.
La Cremonese, capitolata contro l’imbattibile Benevento, può consolarsi con i tre punti conquistati nel recupero contro l’Ascoli, che hanno spedito i bianconeri direttamente in zona playout. Sul prato dello Zini di Cremona, però, il Cosenza venderà cara la pelle. Se è vero che una rondine non fa primavera, la vittoria contro la Virtus Entella ha dato il via a questa anomala estate di pallone portando grande entusiasmo a Cosenza. Non sono i tre punti, che pur mancavano da troppo tempo, ma la cura Occhiuzzi a dare speranza ad una delle piazze più calde della categoria, chiamata ad affrontare un’annata scoraggiante.
Roberto Occhiuzzi da calciatore è cresciuto nel vivaio rossoblù, collezionando l’esordio in Serie B nella stagione 1998/1999. Diventa bandiera e uomo spogliatoio tornando nel 2007, anno della prima promozione del nuovo corso del Cosenza in Serie C2. Una storia che parte da molto lontano, dai calci d’angolo battuti da Occhiuzzi con il rituale di baciare il pallone prima di posizionarlo sul prato, ben prima della cavalcata che portò il Cosenza a vincere la finale di Pescara.
La forza della formazione silana è sempre stata la compattezza del gruppo, elemento che nella prima parte di campionato è mancato ed ha portato – secondo molti – al prematuro addio dell’indimenticabile Piero Braglia. Adesso, però, il gruppo è chiamato a restare unito per portare a termine la missione salvezza.
Nella partita di sabato scorso, esclusi gli evidenti strascichi del lungo stop, il Cosenza è sembrato ben messo in campo, attento e compatto nella fase difensiva anche se ancora timido e sprecone nella fase offensiva. La cosa che fa più sperare è che, almeno in ogni reparto, sembra essersi accesa una luce grazie alle prestazioni di tre calciatori che da oggetto misterioso potrebbero diventare chiave di volta per il finale di stagione rossoblù.
Tralasciando la certezza Perina tra i pali, in difesa ha colpito la prestazione di Raffaele Schiavi. Un inizio di gara sotto tono, in cui ha sbagliato alcuni primi tocchi in fase d’impostazione, che non ha rispecchiato affatto il resto della gara. Per il resto della gara si è messo in mostra per aver dato ordine alla linea difensiva e impostato spesso il gioco dal basso.
Sulla linea mediana del 3-4-3 di Occhiuzzi ha brillato invece Casasola. Già nelle ultime apparizioni prima dello stop è sembrato avere un altro passo e con l’Entella tutti ne hanno avuto prova. Ha macinato una quantità di chilometri sopra la media, fornendo sempre alla squadra un grande apporto tecnico.
In avanti, con Riviere apparso ancora in giustificabile ritardo atletico, sorride Mirko Carretta. Arrivato a Cosenza come l’uomo che avrebbe avuto l’arduo compito di sostituire Gennaro Tutino, non è mai entrato stabilmente nei piani dei trainers che si sono avvicendati sulla panchina del Cosenza. Tuttavia, nell’ultima gara casalinga, oltre al gol di pregevole fattura colleziona una prestazione di grande sacrificio e incisività.
È opinione comune che, almeno sulla carta, questo Cosenza sembra essere più attrezzato di quello che lo scorso anno conquistò una salvezza tranquilla, arrivando a sognare i playoff in alcuni momenti della stagione, con i suoi 46 punti.
Finora ai lupi sembra essere mancato quello spirito di gruppo che ha fatto le fortune della compagine bruzia negli ultimi anni, ma la cura Occhiuzzi sembra poter dare i suoi frutti. È ancora presto per fare pronostici ma il Cosenza non è ancora spacciato: Cremona sarà la prima di tante finali, da non sbagliare assolutamente.