Cremonese, Fagioli: “Orgoglioso della scelta fatta. Sono pronto per la A”
FAGIOLI CREMONESE – Nicolò Fagioli, centrocampista reduce dal prestito alla neopromossa Cremonese, ha rilasciato un’intervista a SportWeek soffermandosi su molti temi tra passato, presente e, soprattutto, futuro. Queste – riprese da TMW e TuttoJuve.com – le dichiarazioni del talento di proprietà della Juventus: “Chi era il 27 agosto Fagioli? Un ragazzo che usciva dal settore […]
FAGIOLI CREMONESE – Nicolò Fagioli, centrocampista reduce dal prestito alla neopromossa Cremonese, ha rilasciato un’intervista a SportWeek soffermandosi su molti temi tra passato, presente e, soprattutto, futuro. Queste – riprese da TMW e TuttoJuve.com – le dichiarazioni del talento di proprietà della Juventus:
“Chi era il 27 agosto Fagioli? Un ragazzo che usciva dal settore giovanile della Juve e quindi con poche esperienza di campo, almeno tra i professionisti, tranne qualcosina in C. Poi è arrivata questa stagione difficile e bella, che mi ha reso orgoglioso della scelta fatta”.
Su Pecchia
“Cosa mi ha dato Pecchia? Fiducia e sicurezza. Quando ho sbaglia qualche allenamento mi ha subito chiamato nel suo ufficio, dicendomi: ‘Così non ti devi allenare, se no con me non giochi’. E infatti la partita dopo mi metteva in panchina. E’ stata una lezione che mi servirà in futuro”.
Percorso straordinario, partito non senza qualche difficoltà
“In realtà avrei dovuto esordire nelle ultime due-tre gare, a scudetto vinto, ma ebbi un problema al cuore per il quale venni operato e saltò tutto. Che tipo di problema? Un’aritmia. Ronaldo, che da ragazzo aveva sofferto della stessa cosa mi è stato molto vicino, consigliandomi dove operarmi, al Pinna Pintor di Torino, e cosa fare per recuperare facendo tutto per bene. Avevo visto Cristiano per la prima volta dal vivo la sera del suo gol in rovesciata in Juve-Real di Champions, allo stadio. Al mio compagno delle Giovanili dissi: “Pensa se uno così ce lo ritrovassimo qui l’anno prossimo”. Quando, qualche mese dopo, me lo ritrovai addirittura vicino di armadietto, non riuscii ad aprire bocca. Non sapevo cosa dirgli”.
Sul possibile futuro in maglia bianconera
“Tifo Juve da bambino e per me sarebbe un sogno vestire quella maglia, ma devo capire bene che intenzioni hanno con me. Se hanno in mente un percorso da fare insieme, io sono dispostissimo a condividerlo. Ma i giovani devono giocare. Dove, se in una grande o in una piccola, non lo so. Vedo però che in Italia le cose stanno cambiando, anche Mancini non si fa problemi a chiamarli in Nazionale. Ripeto: se sono forti, i giovani devono giocare. E sì, io mi sento pronto per la Serie A”