20 Dicembre 2018

Daniele Gastaldello: cuore ed esperienza al servizio del Brescia

GASTALDELLO BRESCIA – L’uomo copertina della settimana, in virtù della vittoria nel nostro social-contest, che elegge ogni week end il miglior giocatore della giornata del torneo cadetto, è Daniele Gastaldello, difensore e capitano del Brescia. Meravigliosa la sua prestazione nella vittoria ottenuta dai ragazzi di Corini nel big match domenicale contro il Lecce, che vincendo […]

GASTALDELLO BRESCIA – L’uomo copertina della settimana, in virtù della vittoria nel nostro social-contest, che elegge ogni week end il miglior giocatore della giornata del torneo cadetto, è Daniele Gastaldello, difensore e capitano del Brescia.

Meravigliosa la sua prestazione nella vittoria ottenuta dai ragazzi di Corini nel big match domenicale contro il Lecce, che vincendo 2-1 al Rigamonti, sono riusciti a scavalcare in classifica proprio i salentini, ed a portarsi al secondo posto in classifica a soli 3 punti dalla capolista Palermo.
Gastaldello non ha certo bisogno di presentazioni. Abbiamo imparato a conoscerlo durante la sua lunga carriera trascorsa tra i campi di Serie B, e soprattutto Serie A, dove ha sempre dimostrato di essere un elemento di sicuro affidamento nelle squadre in ha giocato, facendolo sempre da protagonista.
Comincia e sviluppa la sua carriera nelle giovanili delle varie Montebelluna, Padova, Juventus e Chievo.
Il primo passo tra i “grandi” lo fa passando in prestito nel 2004 dai clivensi al Crotone, allora in Serie C, dove comincia a rivelare le proprie potenzialità e qualità, che contribuiscono nella storica promozione dei Calabresi  in Serie B, in cui l’anno successivo gioca da protagonista per l’intero torneo.
Ma se si pensa a Gastaldello, non possiamo non ricordare la sua lunghissima esperienza nella massima Serie Nazionale, dove esordisce tra le fila del Siena.
L’apice della sua carriera lo raggiunge però a Genova, sponda blucerchiata, dove si toglie tantissime soddisfazioni, tra le quali quella di giocare in Champions League, fermandosi però solamente ai preliminari, causa eliminazione ottenuta contro il Werder Brema, e Coppa Uefa. A questo si aggiunge nel 2010 anche la prima convocazione in Nazionale da parte dell’allora CT Prandelli, ed il suo esordio avvenuto nel 2011 in un’amichevole giocata a Kiev contro l’Ucraina.
Esperienza positiva anche a Bologna, dove contribuisce al ritorno dei felsinei in A.
Dopo la scadenza di contratto con i Rossoblu, si accasa al Brescia in Serie B, squadra della quale è capitano e leader.

Analizzando la sua prestazione contro il Lecce, possiamo osservare la sua solita prova di sostanza e personalità. Il classe 83′ è sempre in grado di garantire solidità e sicurezza all’intero reparto arretrato bresciano, cosa sicuramente non semplice in una squadra ad altissima trazione anteriore, che vanta il miglior attacco ed il bomber del campionato.
Difficile trovare grosse sbavature alla sua prestazione, come sempre impeccabile, nella quale ha dimostrato di possedere ancora quel carisma e quella leadership che lo hanno contraddistinto nel corso della sua lunghissima carriera, e che hanno permesso di valorizzarlo e consacrarlo come uno dei migliori nel suo ruolo.
A ciò va aggiunto il dettaglio non trascurabile, che a decidere il match del Rigamonti sia stata una sua zampata, arrivata al 93′,che ha permesso alla squadra di ottenere tre punti pesantissimi.
Partita per la quale alla vigilia era anche in dubbio, visto che durante l’ultima gara disputata a Salerno, era uscito anzitempo per un fastidio alla caviglia.
Ma Daniele voleva esserci a tutti i costi, e c’è riuscito, risultando decisivo sia in chiave difensiva che in zona goal.
Tutto ciò a dimostrazione che nonostante la Carta d’identità dica che non sia più un ragazzino, a fare la differenza siano la voglia e la determinazione, che gli permettono di rappresentare una preziosa risorsa per il proprio team per quanto riguarda la lotta promozione. Ma la piazza ha la possibilità di sognare il paradiso, il merito oltre che ad un reparto offensivo spaziale, va attribuito al suo “angelo custode”, che veglia sulla sua “Leonessa”, con l’obiettivo di riportarla a calcare i campi della categoria che le competono.