Cosenza, Guarascio: “Non pensavamo di arrivare così lontano”
GUARASCIO COSENZA – Eugenio Guarascio, presidente del Cosenza, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di B Magazine: “Dopo aver rilevato il club, poco a poco sono rimasto solo, ma ho sempre pensato che fosse giusto alimentare quella che qui a Cosenza è qualcosa in più di una passione. Basta girare per la città per […]
GUARASCIO COSENZA – Eugenio Guarascio, presidente del Cosenza, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di B Magazine: “Dopo aver rilevato il club, poco a poco sono rimasto solo, ma ho sempre pensato che fosse giusto alimentare quella che qui a Cosenza è qualcosa in più di una passione. Basta girare per la città per capire quanto sia sentito il calcio. Nelle prime riunioni in comune non ci chiedevano nulla di particolare: di creare una base, di fare una buona squadra per la D, magari di puntare al professionismo. Ma la B non era certamente argomento di discussione.
Sinceramente, non pensavamo di arrivare così lontano. Invece, eccoci qui! Non è stato facile, ma in un periodo nemmeno troppo lungo siamo riusciti a riportare il Cosenza in alto. A ripagarmi c’è l’affetto della gente, qui sono tutti tifosi e sono parecchi i giovani che si sono avvicinati in questi giorni al calcio cittadino. Lo si capisce dalle parole che sento in città e, ancora di più, dall’effetto che dimostrano seguendo le partite allo stadio e pure nelle trasferte.
Quando sono rimasto solo alla guida della società ho pensato che la mia fosse una responsabilità sociale, più che pensare c’era da agire. Mi sono sentito in dovere di dare qualcosa al territorio dove sono nato e cresciuto. Per quanto riguarda la gestione, ho applicato alla società di calcio il metodo di lavoro della mia azienda. Un sistema gestionale etico e corretto. Non amo però mischiare le due cose, dedico il mio tempo al Cosenza in maniera separata rispetto alle aziende.
Prima di diventare presidente del Cosenza, non ero particolarmente appassionato di calcio, non ne capivo molto. Ora mi sento coinvolto, ma non interferisco nelle decisioni degli uomini che ho scelto per lavorare in società. Diciamo che sono un presidente tranquillo.
Dalla Serie C alla Serie B è cambiato tutto, il livello è chiaramente diverso. Inoltre, secondo me, è più facile salvarsi in B che vincere il campionato di terza serie. Sessanta squadre, quattro promozioni, una diretta per ogni girone, poi i massacranti playoff, dove 28 squadre che lottano per un posto. Noi abbiamo fatto qualcosa di veramente eccezionale.
La nostra squadra in trasferta è spesso seguitissima. Negli occhi abbiamo ancora oggi le 1000 persone presenti in tribuna a Brescia. Anche al Marulla lo scenario è entusiasmante. Il calore del tifo trascina la squadra. Questo deve essere un vanto per me, per tutta la società, ma anche per allenatore e giocatori.
Sono affezionato a tutti i calciatori, non è una risposta di circostanza. Qui ci sono stati tanti bravi ragazzi e ottimi calciatori, ognuno di loro ha contribuito alla nostra scalata. Cambiano i contributi della Lega? Certo, saranno maggiori, ma è superiore anche lo spettacolo che si offre durante le partite di campionato“.
Sull’impegno nel sociale: “È un campionato nel campionato per noi, dal calendario con l’associazione dei bambini con sindrome down, alle sinergie con l’Avis e le altre associazioni che si occupano di volontariato. Il calcio ha un potere straordinario e deve essere veicolo di messaggi di solidarietà e stimolo per azioni concrete“.