Trapani, Mazzarella (medico sociale): “Contrario alla ripresa. Mi dimetto dopo le parole di Spadafora”
MAZZARELLA MEDICO SOCIALE TRAPANI – Intervenuto ai microfoni di TeleSud, il dimissionario medico sociale del Trapani, Giuseppe Mazzarella. Di seguito le sue dichiarazioni riportate da trapanigranata.it: “Lascio perché il ministro dello Sport, Spadafora, l’altra sera nelle sue dichiarazioni avrebbe attribuito a noi medici sportivi, medici sociali, e medici responsabili di ogni società di calcio, la […]
MAZZARELLA MEDICO SOCIALE TRAPANI – Intervenuto ai microfoni di TeleSud, il dimissionario medico sociale del Trapani, Giuseppe Mazzarella. Di seguito le sue dichiarazioni riportate da trapanigranata.it:
“Lascio perché il ministro dello Sport, Spadafora, l’altra sera nelle sue dichiarazioni avrebbe attribuito a noi medici sportivi, medici sociali, e medici responsabili di ogni società di calcio, la responsabilità anche penale di qualsiasi problema dovesse presentarsi in corso di ripresa di preparazione collettiva. Io ritengo che questo protocollo, che è stato attuato, sia inattuabile per vari motivi, innanzitutto per la nostra realtà del sud, e poi perché sarebbero delle spese enormi per la società. Sono stato in contatto con gli altri colleghi delle squadre di serie B i quali, dietro questa mia decisione, sono già intenzionati a rassegnare le dimissioni. Ho avuto contatti con il professore Castellacci, ex medico della Nazionale italiana, il quale rappresenta il presidente in campo nazionale dei medici sportivi, che è stato intervistato ed ha presentato quelli che sono i problemi attuali di questo protocollo. Voglio dire che, da medico, sono contrario, con gli altri colleghi, alla ripresa del campionato perché in un momento così importante, critico, di contagi ancora possibilissimi, fare ripartire il mondo del calcio, che rappresenta uno sport di alto contatto tra i giocatori e per l’entourage che gravita attorno ad essi, rappresenta un rischio enorme perché non si considera soltanto il momento attuale della preparazione, ma nel momento in cui dovesse iniziare nuovamente il campionato interrotto, consideriamo che ogni squadra, ogni gruppo formato da almeno quaranta persone si deve spostare in altre parti d’Italia, soprattutto in Lombardia, nel Veneto, già considerate zone rosse ad altissimo rischio che cosa potrebbe succedere, quindi corriamo il rischio di fare contagiare giocatori che magari sono stati fino a quel momento esenti”.
FONTE: TrapaniGranata.it