Il Cosenza si coccola Bahlouli: il giovane francese è l’innesco che accende le idee di Occhiuzzi
Risulta evidente anche all’occhio meno attento che dietro la prima vittoria stagionale del Cosenza, raggiunta sul campo del Frosinone, ci siano enormi meriti di Mohamed Bahlouli. La squadra di mister Roberto Occhiuzzi ha inanellato una sfilza di buone prestazioni in quest’avvio di stagione, ma è sempre mancato qualcosa sul piano della qualità individuale perché l’esito dei match potesse essere […]
Risulta evidente anche all’occhio meno attento che dietro la prima vittoria stagionale del Cosenza, raggiunta sul campo del Frosinone, ci siano enormi meriti di Mohamed Bahlouli. La squadra di mister Roberto Occhiuzzi ha inanellato una sfilza di buone prestazioni in quest’avvio di stagione, ma è sempre mancato qualcosa sul piano della qualità individuale perché l’esito dei match potesse essere favorevole. Fondata sul blocco che, guidato dall’allenatore silano, ha centrato l’eroica salvezza in estate, la rosa ha perso leader tecnici e carismatici come Pietro Perina, Anibal Capela e soprattutto Emmanuel Riviere e li ha sostituiti con calciatori meno esperti e affermati da lanciare su grandi palcoscenici, pure scommesse alla Sacko o giovani promettenti quali Bouah. Pur sciorinando una proposta di gioco pensata, organizzata e di conseguenza convincente, ai rossoblù sembrava mancare la caratura complessiva per poter prevalere sugli avversari. Se per la tenuta del reparto difensivo si è rivelata cruciale la crescita e la responsabilizzazione di Andrea Tiritiello, ora a fare la differenza dalla metà campo in su è il talento francese classe 2000.
Complice la defezione di Petrucci, Occhiuzzi ha assegnato al ragazzo compiti a tutto campo per la sfida in terra laziale e Bahlouli ha risposto presente. Ha agito formalmente da trequartista nel 3-4-1-2, dietro due attaccanti esterni come Baez e Carretta e davanti a Bruccini e Sciaudone, centrocampisti di sostanza e inserimento ma non certamente con doti da registi. Ha coperto porzioni enormi di terreno di gioco adoperando la propria visione in mediana per garantire linee di passaggio più pulite e la propria tecnica negli ultimi 25 metri per assicurare agli elementi offensivi un riferimento in grado di parlare la loro stessa lingua calcistica. Fondamentale è stata anche la capacità di relazionarsi con Bryan Vera, laterale sinistro il cui ruolo è in netta ascesa nello scacchiere dei calabresi, col quale spesso ha dato vita a triangoli veloci che hanno portato il colombiano a crossare dal fondo. Alla qualità nel possesso palla ragionato, il francese ha saputo abbinare esplosività nelle transizioni: mai arginato con successo dal play avversario Maiello, è stato abile a palesare le crepe tra il centrocampo gialloblù e la linea difensiva acuendo le distanze tra i reparti e creando i presupposti per attacchi rapidi in superiorità numerica.
Non è una novità al giorno d’oggi vedere un uomo deputato a giocare tra le linee ricoprire tanti incarichi nell’arco di 90 minuti in uno schieramento che prevede una retroguardia a 3 e un centrocampo a 2 (si può citare l’esempio più eclatante del Papu Gomez con l’Atalanta), ma se si pensa alla giovane età del calciatore di proprietà della Sampdoria e all’applicazione tattica e mentale messa in mostra ci si stupisce per i margini enormi di crescita che si scorgono. Profili come Bahlouli non possono essere ingabbiati in una posizione definita e stagnante: devono aspirare alla totalità, condizione essenziale per essere dominanti in questo sport attualmente e ancor di più in futuro. Quando essi incontrano al momento giusto veri e propri insegnanti di calcio, che ne assecondano e valorizzano l’indole rendendola funzionale al progetto-squadra (un vero e proprio valore aggiunto) il percorso di formazione può subire impressionanti accelerate. Occhiuzzi è l’uomo giusto per plasmare un giocatore dai contorni ancora vaghi e sfumati ma dalle potenzialità accecanti. Il Cosenza ha bisogno di lui per credere con decisione nelle proprie chance di salvezza e lui ha bisogno del Cosenza per imprimere, senza pressioni eccessive e con la totale fiducia dell’ambiente, il primo marchio significativo nel calcio dei grandi.