Non chiamatele matricole: ottima la prima per Cosenza e Padova
COSENZA PADOVA – Forse si contano sulle dita di una mano le persone che al termine del mercato si sarebbero aspettate di vedere nella giornata di ieri Cosenza e Padova tenere testa ad Ascoli e Verona. Entrambe le neopromosse, a differenza del Lecce, hanno operato a costo zero in estate, presentandosi ai nastri di partenza prive di nomi altisonanti. A volte, tuttavia, la continuità […]
COSENZA PADOVA – Forse si contano sulle dita di una mano le persone che al termine del mercato si sarebbero aspettate di vedere nella giornata di ieri Cosenza e Padova tenere testa ad Ascoli e Verona. Entrambe le neopromosse, a differenza del Lecce, hanno operato a costo zero in estate, presentandosi ai nastri di partenza prive di nomi altisonanti. A volte, tuttavia, la continuità garantisce più certezze del rinnovamento: soprattutto se essa si sviluppa nel solco di una salda guida tecnica. Braglia e Bisoli, due volpi dalle molte promozioni, hanno imbrigliato tecnici in rampa di lancio come Vivarini e Grosso con l’arma loro più affine: la tenacia.
Se i Lupi Silani, dopo un primo tempo di attesa e copertura, sono fisicamente emersi alla distanza, impressionanti sono stati i primi 75 minuti dei biancoscudati. La squadra veneta ha mostrato due anime che si fondono alla perfezione, esplicando al meglio la teoria calcistica del proprio condottiero: quella giovane e spregiudicata, utile ad anticipare gli avversari e pungere in contropiede, e quella esperta e tignosa, essenziale per annullare le velleità offensive di un tridente di assoluta qualità. Oltre al tridente già decantato dal ds Zamuner, si sono messi in mostra calciatori come Zambataro e Ravanelli, esordienti in cadetteria.
L’organico costruito da Trinchera ha palesato altrettanta coesione, robustezza e atletismo. La mano sapiente del mister pare aver restituito la linfa perduta ad un bomber come Maniero, già decisivo all’esordio. Se da Tutino, dopo la grande querelle, ci si poteva attendere un esordio all’insegna di efficacia e determinazione, sorprende molto di più la prova di Mungo. Il calciatore, alla prima assoluta in Serie B, ha retto gli equilibri dell’intera partita, abbinando a una fase difensiva intelligente e grintosa delle giocate da regista navigato. Come detto dallo stesso Braglia, nel finale un po’ di esperienza è mancata, ma c’è un’intera stagione per correggere i limiti di un gruppo molto ricettivo.
Si tratta, dunque, delle prime due sorprese della stagione, che magari avrebbero meritato maggior ausilio della sorte. Un’altra chiave di lettura, però, è sempre individuabile: il solo punto raccolto inciterà ancor di più Cosenza e Padova a non calare l’attenzione per continuare a stupire al debutto casalingo.