6 Aprile 2018

Perugia, la rinascita del Grifo. Ora tutti dovranno fare i conti con i ragazzi di Breda

Sembrava una stagione interlocutoria, anonima per il Perugia. Il Grifo, invece, è rinato e ora, chi vorrà centrare la promozione, dovrà necessariamente interpellare Breda e i suoi. Temibile negli interpreti che siano titolari o riserve, ad ogni giornata che passa, il Grifo prende sempre più confidenza con le altitudini della vetta, senza però mai subire […]

Sembrava una stagione interlocutoria, anonima per il Perugia. Il Grifo, invece, è rinato e ora, chi vorrà centrare la promozione, dovrà necessariamente interpellare Breda e i suoi. Temibile negli interpreti che siano titolari o riserve, ad ogni giornata che passa, il Grifo prende sempre più confidenza con le altitudini della vetta, senza però mai subire vorticosi giramenti di testa. A 9 partite dalla dead-line, il Perugia è quarto a 53 punti a 5 dalla promozione diretta. Contro ogni aspettativa se pensiamo al problematico girone d’andata che la vedeva a due passi dal baratro dei play-out. Vediamo, allora, come il Grifo è rinato.

 

Breda, generale fortunato. 

Arrivato per normalizzare una situazione interna destabilizzata e preoccupante, con pazienza, Roberto Breda è riuscito a far assimilare la sua mentalità ad un gruppo già di per sé valido. Il tempo necessario doveva inevitabilmente essere cospicuo per le notevoli differenze con il credo calcistico dell’esonerato Giunti. Divergenze che possono essere sintetizzate guardando il dualismo tra Sarri e Allegri in A: gioco e spettacolo da un lato, concretezza e sagacia dall’altro. La squadra di Giunti, infatti, andava in rete con facilità e divertiva, salvo poi polverizzarsi nell’autunno scorso.

Breda, quindi, aiutato dalla campagna acquisti invernale, cambia modulo, passando al 3-5-2, e la mentalità dei suoi. Riesce con coraggio a sfruttare le caratteristiche nascoste degli interpreti (vedi Del Prete centrale difensivo) e fa riaffiorare le qualità dei singoli, su tutti Cerri, mettendoli nelle condizioni migliori per esprimersi. In tre mesi la mentalità diventa cinica e spietata, forse attendista, ma letale negli episodi centrali delle gare. Il Perugia, infatti, non fa stropicciare gli occhi in campo, non sovrasta l’avversario attraverso il gioco; riesce, però, a portare sempre gli equilibri della partita dalla propria parte, delle volte soffrendo e delle volte anche con l’ausilio della fortuna. Altra componente, la buona sorte, che non dispiace affatto a Breda. Nel dopo Foggia, una gara soffertissima ma vinta, disse: “Meglio un generale fortunato che uno bravo”.

 

Il muro con Leali.

La mentalità cinica e attenta di Breda, non può prescindere dalla solidità difensiva, nell’attenzione prima a non prenderle. Spesso il Perugia abbassa molto il baricentro della squadra che, con la difesa a 3 che passa a 5, diventa un muro impenetrabile. E se in qualche maniera l’avversario trova un pertugio, ecco che il Grifo mette Leali: un portiere, Nicola, arrivato a fine gennaio che sta dando prova di notevolissime qualità, con prestazioni di livello superiore alla B. Non a caso è di proprietà della Juventus ma solo fino a giugno, quando gli umbri dovranno riscattarlo. Dicevamo di Del Prete, un terzino che Breda reinventa centrale e leader difensivo con risultati eccezionali, ma anche l’innesto di Della Fiore a gennaio aumenta le qualità del reparto.

Il girone della rinascita, di ritorno, si traduce così nell’infallibilità del sistema difensivo: miglior difesa, soli 6 gol subiti, e 8 clean sheet su 12 incontri disputati. Numeri da promozione diretta.

 

I tre tenori.

Quando a metà febbraio il Grifo ingaggia Diamanti, i tenori erano in due, Cerri e Di Carmine, e formavano un duetto di indubbie vocalità, ma che mancava di estro e acuti. Con Alino sul palco, la pericolosità della truppa di Breda aumenta ancora, e mette a disposizione varianti importanti nell’organizzazione offensiva come il passaggio al 3-4-1-2 che già Breda ha utilizzato, o come rincalzo a partita in corso. Nessuna squadra di B può permettersi Diamanti in panchina e la sua buona condizione lo indica come possibile craque di fine campionato.

La retroguardia diventa infallibile anche perché può contare sulle ripartenze micidiali di questi tre; soffrire per lunghi tratti può diventare inutile e sfiancante se poi lì davanti non si riesce a segnare. E invece Cerri e Di Carmine si integrano alla perfezione e mettono insieme 30 gol (17 Di Carmine, 13 Cerri) secondi solo alla coppia dei supersayan Caputo-Donnarumma (40 reti). Anche nella classifica dei gol fatti (56), il Perugia è secondo solo all’Empoli capolista.

 

Continuità e fame.

29 punti su 36 disponibili nel girone di ritorno. Numeri da grande. Riuscire a mantenere i piedi per terra e la concentrazione necessaria in B, è un altro fondamentale che sta spingendo su il Grifo. Ottenere 5 vittorie di fila e poi andare a Cesena a tenersi stretto il pareggio, significa aver acquisito la mentalità pragmatica di cui sopra. E significa anche avere la fame giusta per inserirsi in posizioni che contano. Difatti negli scontri diretti arrivano vittorie sul Palermo e in rimonta allo “Stirpe” col Frosinone; 3 punti anche con Spezia e Foggia per scalare posizioni, pareggio a Parma e, unico neo, la sconfitta in casa col Cittadella. Ma del resto la perfezione non esiste.

 

La volata finale è partita e la Serie B sappiamo essere uno dei campionati più imprevedibili che conosciamo. Una cosa, però, è certa: chiunque voglia andare in A, dovrà necessariamente chiedere il permesso al Perugia di mister Breda.